29 marzo 2024
Aggiornato 08:00
USA, marea nera

Obama nel Golfo, ripresa l'operazione «top kill»

La più grave catastrofe ambientale americana, due-tre milioni di litri al giorno di greggio riversati in mare

WASHINGTON - Oggi Barack Obama torna nel Golfo del Messico, dove la Bp ha ripreso l'operazione «Top kill», sospesa per qualche ora. La fuoriuscita di greggio sembra bloccata al momento, ma «è troppo presto per cantare vittoria» e i tecnici hanno ripreso a pompare fango e cemento nel pozzo.
Il presidente degli Stati Uniti ha sottolineato come la sua amministrazione abbia preso il comando della situazione, «una catastrofe terribile», sicuramente la più grave nella storia degli Stati uniti. E' ormai accertato che dalla falla del pozzo fuoriescano due-tre milioni di litri di greggio al giorno, non 800mila come stimato inizialmente.

«Mi assumo la piena responsabilità» della situazione, ha detto il presidente Obama nel corso di una conferenza stampa alla Casa Bianca prima della sua partenza: «E' mio dovere assicurare che venga fatto tutto il possibile per chiudere la falla».
Il riversamento di greggio in mare dal 20 aprile scorso, anche in base alla migliore delle stime, è ormai complessivamente di 68 milioni di litri, una quantità superiore a quella della Exxon Valdez in Alaska, considerata finora la peggiore catastrofe ambientale negli Stati Uniti (allora furono 42 milioni di litri di greggio a riversarsi in mare).
Obama ha anche detto che il colosso petrolifero British Petroleum «è responsabile di questo orribile disastro» e che dovrà ripagare fino all'ultimo centesimo per i danni causati». Il presidente ha rifiutato le accuse rivolte alla sua amministrazione di aver lasciato il controllo delle operazioni di emergenza nelle mani di Bp, dicendo che ogni mossa della società viene approvata dalla Casa Bianca in anticipo. «Bp opera sotto la nostra direzione», ha detto. «Ogni azione o decisione chiave che prendono deve essere prima approvata da noi».