19 aprile 2024
Aggiornato 09:00
Crisi USA-Israele

Lieberman: la richiesta Usa è «irragionevole»

Il Ministro degli Esteri ribadisce la posizione di Israele sugli insediamenti. La Ashton dal Cairo: «Sono illegali»

GERUSALEMME - La richiesta avanzata dagli Stati Uniti a Israele di rinunciare al suo piano di sviluppo coloniale a Gerusalemme est è «irragionevole»: è quanto ha affermato oggi il ministro israeliano degli Affari esteri, Avigdor Lieberman. La richiesta della comunità occidentale «è irragionevole per quanto ci riguarda», ha detto il capo della diplomazia d'Israele alla radio locale. Ieri il primo ministro Benjamin Netanyahu ha ribadito che la costruzione di nuovi insediamenti a Gerusalemme est continuerà.

NETANYAHU - La costruzione delle nuove colonie a Gerusalemme continuerà. Lo ha ribadito il primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, davanti al parlamento, in piena crisi diplomatica con gli Stati Uniti sulla politica di colonizzazione a Gerusalemme Est.

LA RICHIESTA AMERICANA - Gli Stati Uniti avrebbero chiesto a Israele di rinunciare del tutto al suo piano di costruzione di 1.600 nuove colonie a Gerusalemme est. Il progetto era stato annunciato durante la visita nella regione del vice presidente americano, Joe Biden, ed ha provocato una grave crisi diplomatica tra i due paesi.
Secondo quanto riferito oggi da alcuni media israeliani e dalla radio locale, Washington vorrebbe la totale cancellazione del piano. L'ambasciatore israeliano negli Stati Uniti Michael Oren, citato dal quotidiano Haaretz, ha confermato che le relazioni tra i due paesi stanno vivendo il loro peggior momento di crisi degli ultimi 35 anni.
Dopo le critiche del segretario di Stato Usa Hillary Clinton, anche David Axelrod, uno dei principali consiglieri politici della Casa Bianca, ha detto ieri che la decisione israeliana di autorizzare la costruzione di 1.600 alloggi a Gerusalemme Est è «un affronto» e «un insulto», la cui tempistica - l'annuncio è stato dato martedì scorso, in concomitanza con la visita in Israele del vicepresidente degli Stati Uniti Joe Biden - è stata «molto distruttiva».

ASHTON: «SONO ILLEGALI» - Dal Cairo, dove si trova in visita, è intervenuto sull'argomento anche l'alto rappresentante per la Politica Estera dell'Unione europea, Catherine Ashton, che ha riaffermato la posizione dell'Ue sulle colonie: sono illegali, rappresentano un ostacolo alla pace e minacciano di rendere impossibile una soluzione a due Stati, ha detto. «La pace è necessaria, urgente e realizzabile. Sono qui perché l'Unione europea vuol realizzare questo obiettivo», ha affermato la baronessa.

«LA GIORNATA DELLA RABBIA» - Se ieri la giornata si è conclusa senza disordini di rilievo, oggi le forze di sicurezza israeliane sono in stato di massima allerta per la «giornata della rabbia» proclamata da Hamas. Scrive il quotidiano israeliano Haaretz che 3.000 poliziotti e soldati supplementari sono stati dispiegati a Gerusalemme e nei posti di frontiera con la Cisgiordania.
Hamas ha proclamato la «giornata della rabbia» in risposta all'inaugurazione della sinagoga Hurva nella Città vecchia. Ieri le proteste si erano limitate a lanci di pietre nei pressi del Monte degli Ulivi. Oggi, per il quinto giorno consecutivo, è stato vietato l'accesso ai fedeli musulmani al Monte del Tempio.
La sinagoga di Hurva, uno dei luoghi di culto più importanti per gli ebrei in Palestina prima della creazione dello Stato d'Israele nel 1948, è stata interamente ricostruita 62 anni dopo essere stata distrutta dai giordani in occasione della prima guerra arabo-israeliana.