27 aprile 2024
Aggiornato 11:00
Programma nucleare iraniano

Teheran «ultimatum» all'Occidente sul nucleare

«La comunità internazionale ha giusto un mese per decidersi». Berlino: «La situazione non cambia». Usa: «L'offerta è conveniente»

TEHERAN - L'Iran, minacciata dalle sanzioni internazionali per la sua politica nucleare, ha dato oggi alle grandi potenze un «ultimatum» di un mese per accettare lo scambio di uranio in base alle proprie condizioni, altrimenti produrrà da solo l'uranio necessario al suo reattore di Teheran.

«La comunità internazionale ha giusto un mese per decidersi» ad accettare o no le condizioni iraniane, ha dichiarato il ministro degli Esteri Manoucher Mottaki, citato dalla tv di Stato. «Altrimenti Teheran arricchirà l'uranio a un livello maggiore - ha proseguito, per poi aggiungere perentorio - Questo è un ultimatum».
L'arricchimento di uranio di cui l'Iran dice di avere bisogno per il reattore di ricerca è al centro del braccio di ferro tra le grandi potenze, che dubitano sugli scopi civili del programma nucleare iraniano, nonostante le ripetute smentite, e Teheran. L'Iran ha respinto fino a far scadere la data fissata a fine anno dal presidente americano Barack Obama e dall'omologo francese Nicolas Sarkozy per accettare la proposta dell'Aiea, l'agenzia internazionale per l'energia atomica, di fare arricchire il suo uranio all'estero.

Arrivano le prime repliche dall'Occidente. In Germania, uno dei sei paesi impegnati nelle trattative, il ministero degli Esteri ha affermato che l'ultimatum lanciato da Mottaki non cambia niente: «La situazione non è cambiata. La proposta della comunità internazionale (Aiea, ndr) resta valida». Del gruppo dei sei fanno parte, oltre a Berlino, i cinque paesi membri permanenti del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (Stati Uniti, Cina, Russia, Francia e Gran Bretagna). Sull'ultimatum di Mottaki, il portavoce del Consiglio nazionale di Sicurezza degli Stati Uniti, Mike Hammer, ha dichiarato che l'Iran non ha motivo di respingere la proposta, perchè l'offerta dell'Occidente dà la possibilità di soddisfare la richiesta iraniana di combustibile e contemporaneamente gode del sostegno degli altri paesi.