Teheran respinge avvertimenti Hillary Clinton
Per il portavoce del Ministero degli Esteri: «Minacce o pressioni sono inutili»
TEHERAN - Le «minacce» o le pressioni contro il programma nucleare sono inutili. Lo ha chiarito il ministero degli Esteri di Teheran, dopo che ieri il segretario di stato americano Hillary Clinton ha ricordato che la pazienza della Comunità internazionale ha dei limiti.
«Le osservazioni che comportano minacce, termini o calendari non hanno alcun effetto su di noi», ha dichiarato Hassan Ghashghavi, portavoce del ministero degli Esteri, interpellato sulle affermazioni del segretario di stato americano durante il suo punto stampa settimanale, «I nostri impegni a proposito delle norme internazionali sono basati sulla legalità e il diritto».
«Le parole non sono sufficienti e parliamo a una sola voce per rivolgere all'Iran un messaggio chiaro: la Comunità internazionale non attenderà indefinitamente che l'Iran dimostri che è pronto a onorare i suoi obblighi internazionali», ha avvertito Clinton dopo colloqui a Londra con il suo omologo britannico David Miliband. «Ci siamo incontrati per dire che la riunione del gruppo 5+1 (Cina, Russia, Francia, Stati Uniti, Regno Unito, Germania) a Ginevra, ha rappresentato una partenza costruttiva ma deve essere seguita da azioni».
I rappresentanti dell'Iran e del Cinque più Uno - i membri permanenti del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite più la Germania - si sono incontrati il primo ottobre a Ginevra per riprendere i negoziati sul dossier dello sviluppo nucleare della repubblica islamica, interrotti dal luglio 2008. L'Iran e i sei hanno in particolare raggiunto un accordo nella città svizzera per ispezioni nella nuova centrale di arricchimento dell'uranio, che si trova vicino a Qom, la cui esistenza è stata rivelata a fine settembre.
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