27 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Obama arriva a Pittsburgh avendo incassato un assenso di massima da parte di Medvedev

Iran: Russia favorevole a nuove sanzioni

Ma la Cina ha cominciato a rifornire Teheran di benzina alla pompa, prendendo il posto dei sei produttori occidentali che rifornivano gli iraniani

NEW YORK - Dopo settimane in cui ha dovuto subire l’attacco di chi gli contestava di avere portato a casa ben pochi risultati il Presidente degli Stati Uniti finalmente ha ottenuto una vittoria di non poco conto: ha convinto i russi a schierarsi al suo fianco nel minacciare l’applicazione di sanzioni più severe nei confronti dell’Iran.

Quella riportata da Obama è anche una vittoria su chi ormai guardava con diffidenza alla sua politica della mano tesa. E’ indubbio infatti che al nuovo atteggiamento dei russi abbia contribuito notevolmente la decisione della Casa Bianca di cancellare dai suoi progetti la realizzazione dello scudo spaziale nell’est europeo.

All’apertura del G20 Obama può quindi presentarsi avendo ottenuto un via libera di massima dalla  Russia su uno dei temi più spinosi per gli Stati Uniti e cioè quali misure adottare contro le iniziative  nucleari di Teheran.

IL «NIET» CINESE - Dopo aver trovato l’appoggio di Mosca per una nuova stretta nei confronti dell’Iran gli, Stati Uniti si sono trovati, però, di fronte un nuovo ostacolo costituito dal «niet» dei cinesi.

Il portavoce del ministero degli esteri di Pechino Jiang Yu ha detto chiaro che «le sanzioni e una maggior pressione non sono il modo di risolvere il problema». In particolare, la Cina sostiene che lo strumento delle sanzioni «non è utile nel contesto degli attuali sforzi diplomatici per risolvere la questione nucleare iraniana».

CARBURANTE «CINESE» PER L'IRAN - La cosa più difficile digerire per Obama è che i cinesi alle parole hanno già fatto precedere i fatti. Da primo settembre le imprese cinesi del settore energetico per la prima volta hanno cominciato a rifornire di carburante raffinato l’Iran. Teheran, che pure è uno dei maggiori  produttori di petrolio al mondo ha scarse capacità di raffinazione. Una carenza che costringe l’Iran ad importare il 40 per cento della benzina di cui ha bisogno per rifornire le pompe.

Allo stato attuale le sanzioni già in vigore hanno allontanato i sei produttori occidentali di benzina che rifornivano gli iraniani, ma i cinesi hanno immediatamente preso il loro posto. Senza questo contributo esterno di petrolio raffinato sarebbe difficile per Ahamdinejad continuare a far pagare la benzina alla pompa ai suoi concittadini gli attuali sei centesimi di euro al litro.

CAPITOLO SANZIONI - Per stare alla cronaca. Ieri il presidente degli Stati Uniti Barack Obama ha avvertito che è possibile che siano adottate «ulteriori serie sanzioni» contro Teheran, a causa del suo programma nucleare. Obama ha anche detto che Mosca condivide l'obiettivo di impedire all'Iran di dotarsi della bomba atomica.

In controtendenza la Cina, convinta che lo strumento delle sanzioni non sia «efficace».

Intanto i negoziatori precisano di volere una risposta «chiara» da Teheran entro il primo ottobre.

Quanto ai tempi e alle prossime scadenze, è da rilevare la presa di posizione di ieri del capo della diplomazia britannica, David Miliband. I sei paesi incaricati della questione nucleare iraniana, ha detto, attendono «una risposta seria» dall'Iran alle loro domande sul suo programma nella riunione comune del 1 ottobre a Ginevra.

Il ministro britannico, leggendo una dichiarazione dei Sei (Stati Uniti, Russia, Cina, Francia, Gran Bretagna e Germania), ha anche chiesto a Teheran di rispondere positivamente alle domande della comunità internazionale. Il ministro era affiancato dai colleghi dei Sei e dal capo della diplomazia europea Javier Solana.

Il programma nucleare iraniano continua a suscitare seria preoccupazione alla comunità internazionale. «Abbiamo preso atto delle recenti misure prese dall'Iran sulla sua cooperazione con l'Aiea e incoraggiamo l'Iran a collaborare ancora di più per risolvere le questioni pendenti che hanno bisogno di essere chiarite al fine di escludere dal programma nucleare iraniano la possibilità di una dimensione militare» ha aggiunto il ministro.