25 aprile 2024
Aggiornato 12:00

Europee, Nuova Europa al voto tra crisi e tentazione nazionalismo

Si prevede forte astensionismo, ma fede «europeista» resiste

BRUXELLES - La 'Nuova Europa' si appresta ad andare alle urne per le elezioni europee nel pieno della più grave crisi economica dalla caduta della Cortina di Ferro. Una situazione che potrebbe favorire i nazionalisti e i populisti - ben piazzati in Bulgaria, Ungheria, Romania e Polonia - oppure ingrossare le fila dell'astensionismo, che già nel 2004 raggiunse livelli molto elevati. Ciononostante, gli analisti sottolineano che i cittadini dell'Europa centro-orientale - dopo aver potuto constatare i vantaggi dell'adesione - sono molto più europeisti dei loro colleghi della 'Vecchia Europa'.

Secondo il think tank polacco DemosEuropa, l'astensionismo dei 'nuovoeuropei' non è dovuto «ad un senso generale di insoddisfazione con l'Ue», mentre nei 'Vecchi Quindici' è normalmente legato all'euroscetticismo. «Al contrario, l'Ue rimane una proposta attraente per la maggior parte dei nuovi cittadini Ue dell'Est. In molti Paesi della regione c'è una percezione diffusa del fatto che l'adesione Ue li sta proteggendo dagli effetti peggiori della crisi economica», sottolinea il think tank, ricordando che Ungheria, Romania e Lettonia si sono rivolte direttamente alla Commissione europea per avere un prestito di emergenza.

«La bassa affluenza nell'Europa centrale - continua il think tank - risulterà principalmente da due fattori: la scarsa conoscenza del Parlamento europeo e del suo ruolo (largamente sottovalutato) e un senso generale (parzialmente errato) che la rappresentanza dei nuovi Stati membri è troppo piccola per contare». In realtà, la prossima legislatura è la prima in cui un esponente della 'Nuova Europa' potrebbe ottenere la presidenza del Parlamento europeo. In pole position c'è l'ex premier polacco Jerzy Buzek, il quale deve vedersela con l'italiano Mario Mauro, suo collega di partito nel Ppe.