20 aprile 2024
Aggiornato 03:00
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Papa nella araba Nazaret: Cristiani e musulmani contro odio

Prega per mano con Rabbino e Imam per la pace

NAZARETH - Alla fine, ospite del convento dei francescani di Nazaret, a sorpresa, prende per mano un rabbino ebreo e un religioso druso e prega con loro per la pace. Proprio lui, Ratzinger, che quando era cardinale mal viveva gli incontri interreligiosi ad Assisi di Giovanni Paolo II, temendo il relativismo della fede, il sincretismo delle religioni. Insomma, la confusione. Lui che - teologo tanto raffinato quanto incline al franco parlare - aveva urtato il mondo musulmano col discorso di Ratisbona e irritato l'ebraismo mondiale con la revoca della scomunica al lefebvriano negazionista, Williamson.

Lo fa in Terra Santa, dove le religioni forniscono alla politica argomenti definitivi per un conflitto - quello tra israeliani e palestinesi - che dura da mezzo secolo. E lo fa da Nazaret, città israeliana dove non abita neppure un ebreo, e dove la maggioranza degli arabi sono musulmani. Sulle note del canto 'Shalom, Salam, Peace' (pace in ebraico, arabo e inglese) salmodiato da un rabbino, Benedetto XVI si alza in piedi e prega, mano nella mano, con un gruppo di rabbini, imam musulmani, vescovi drusi disposti a semicircolo. Poco lontanto sorge la basilica della Natività, che ricorda l'annuncio alla Vergine Maria del concepimento di Gesù. Anni fa i settori islamisti proposero di costruire lì accanto - dove si troverebbero i resti del nipote del Saladino - una moschea. Il governo di Israele dette il suo assenso, scoppiarono le polemiche tra cristiani e musulmani, e alla fine il progetto fu cancellato. «Purtroppo la religione è usata per ottenere obiettivi politici», commenta il sindaco di Nazaret Ramiz Jaraisy. «Io sono cristiano e sono stato eletto per tre volte sindaco di Nazaret, una città al sessantacinque per cento musulmana», aggiunge.

Le «tensioni» - sono le parole pronunciate alla messa mattutina dal Papa - «hanno danneggiato i rapporti fra le comunità cristiana e musulmana». L'arrivo di Benedetto XVI, del resto, è stato preceduto dal volantinaggio islamista di un imam che criticava la «crociata» di Ratisbona. «Invito le persone di buona volontà di entrambe le comunità a riparare il danno che è stato fatto», ha detto il Papa, «ognuno respinga il potere distruttivo dell'odio e del pregiudizio, che uccidono l'anima umana prima ancora che il corpo!». Sui rischi del virus rappresentato dalle ostilità religiose torna nel pomeriggio, quando, prima di pregare per la pace con i leader delle altre fedi, invita cristiani, ebrei e musulmani a «salvaguardare i bambini dal fanatismo e dalla violenza». Non ha bisogno di esplicitare il riferimento ai 'kamikaze' minorenni, alla propaganda islamista o ai bambini morti o orfani per i raid israeliani - da ultimo, nella Striscia di Gaza.

Ad ascoltare il Papa, nella messa mattutina, sono 50 mila fedeli. La cerimonia si svolge in un anfiteatro creato per l'occasione e che, ora, rappresenta il più grande teatro all'aperto di tutta Israele, pronto ad accogliere concerti ed eventi mondani. Al municipio di Nazaret sprizzano entusiasmo. Il sindaco guida una coalizione di socialisti ed ex comunisti. Denunciano che il Governo israeliano, che non ha mai sopportato questa città di 60 mila abitanti arabi, ha tentato di scippare l'evento del Papa e affidarlo alla vicina Haifa, a maggioranza ebraica. Alla fine non è andata e il Governo ha stanziato quasi 5 milioni di dollari per preparare la visita papale. «Gesù, d'altronde, è nato a Nazaret...», commenta il sindaco.