28 marzo 2024
Aggiornato 13:30
L'allarme della CGIA

Nell'ultimo anno prestiti alle imprese calati di 9 miliardi

Almeno in quest'ultimo anno è difficile comprendere le ragioni di questa tendenza - afferma la Cgia -: nonostante le garanzie pubbliche messe in campo e rifinanziate anche per il 2022

Banconote da 500 euro
Banconote da 500 euro Foto: Pixabay

Sebbene nel 2021 i principali istituti di credito italiani abbiano registrato utili importanti e in alcuni casi anche miliardari, a partire dal novembre 2020 i prestiti bancari alle imprese sono tornati a scendere. Lo rileva l'Ufficio Studi della Cgia di Mestre secondo cui l'effetto delle misure messe in campo dal governo Conte si sarebbe già esaurito. Grazie al «Cura Italia», al «Decreto Liquidità» e al «Garanzia Italia», tra la fine di febbraio, mese che precede l'avvento della pandemia, e il novembre 2020 - mese in cui si tocca il picco più alto registrato in questo ultimo anno e mezzo, ovvero 741 miliardi-, gli impieghi bancari al lordo delle insolvenze avevano subito un'impennata importante che ha permesso di invertire una tendenza negativa che durava ininterrottamente dall'agosto del 201, si legge in un comunicato della Cgia. Nel periodo più «nero» della pandemia gli impieghi bancari lordi erogati alle imprese sono aumentati di oltre 40 miliardi.

Successivamente, il flusso dei prestiti alle imprese è tornato a scendere: tra il novembre dell'anno scorso e il mese di agosto 2021 (ultimo dato aggiornato), il flusso si è contratto di 22 miliardi, portando lo stock complessivo dei prestiti a quota 732,2 miliardi. Solo nell'ultimo anno (agosto 2020 su agosto 2021) la riduzione è stata di 8,9 miliardi di euro. Se allarghiamo l'arco temporale di osservazione di questo fenomeno agli ultimi 10 anni, il crollo è stato pesantissimo: -267,6 miliardi di euro.

Almeno in quest'ultimo anno è difficile comprendere le ragioni di questa tendenza - afferma la Cgia -: nonostante le garanzie pubbliche messe in campo e rifinanziate anche per il 2022, pare di capire che a seguito delle misure restrittive in materia di valutazione del credito introdotte a livello europeo dopo le crisi 2008-2009 e 2012-2013, per gli istituti di credito erogare liquidità alle imprese non costituisce più un grande «affare». Se a ciò si aggiungono i tassi di interesse che da anni si mantengono a livelli prossimi allo zero e i costi di istruttoria sempre più elevati, prestare soldi soprattutto alle micro e piccole imprese per molte banche non è più conveniente.

Tra le regioni più importanti del Paese è il Lazio la realtà che ha registrato la contrazione in termini percentuali più significativa sia nell'ultimo anno (agosto 2020 su agosto 2021) sia nell'ultimo decennio (agosto 2011 su agosto 2021). Nel primo caso la riduzione degli impieghi bancari lordi alle imprese è scesa di 6,2 miliardi (-7,8 per cento), nel secondo caso di 42,2 miliardi (-36,5 per cento).

ABI: «Ad agosto prestiti cresciuti dell'1,2% su un anno»

Con riferimento al comunicato stampa odierno della CGIA di Mestre, Gianfranco Torriero, vicedirettore generale dell'Abi segnala «che i più recenti dati ufficiali diffusi dalla Banca d'Italia indicano che i prestiti alle imprese sono cresciuti ad agosto 2021 dell'1,2 per cento rispetto allo stesso mese del 2020».

«In particolare - prosegue Torriero - per effettuare confronti comparabili nel tempo occorre tener conto nel periodo considerato delle cartolarizzazioni e degli altri crediti ceduti e cancellati dai bilanci bancari, ma che rimangono come finanziamenti alle imprese».