Tav: lunedì lancio bandi di gara, per non perdere fondi UE
Se non partissero i bandi, la perdita immediata dei 300 milioni di fondi Ue comporterebbe anche il rischio di perdere successivamente i 513 milioni di cofinanziamenti restanti
BRUXELLES - La riunione di lunedì prossimo del Consiglio di amministrazione di Telt (Tunnel Euroalpino Lione Torino) - il promotore pubblico responsabile della realizzazione della sezione transfrontaliera della linea Tav - potrebbe essere l'ultima occasione utile per lanciare i bandi per le gare d'appalto da 2,3 miliardi di euro per i cantieri del tunnel di base, senza perdere i 300 milioni di euro dei cofinanziamenti Ue del Fondo Cef (Connecting Europe Facility).
Secondo la lettura che è stata data anche dai partner francesi del Telt, il lancio dei bandi per le gare d'appalto non implica l'obbligo di concedere effettivamente gli appalti e aprire i cantieri, e lascia impregiudicata la possibilità di modificare i progetti, ma permetterebbe, appunto di non perdere i cofinanziamenti comunitari.
In realtà, l'esigenza indicata nei giorni scorsi dall'Inea (Innovation and Network Executive Agency), l'agenzia esecutiva della Commissione europea che gestisce i fondi Cef, è di assicurare «una tempestiva pubblicazione dei bandi» di gara, non necessariamente lunedì prossimo, ma entro la fine di marzo. Tuttavia, è proprio la convocazione di lunedì del Cda del Telt che appare come l'occasione migliore e più opportuna.
Se non partissero i bandi, la perdita immediata dei 300 milioni di fondi Ue comporterebbe anche il rischio di perdere successivamente i 513 milioni di cofinanziamenti restanti del totale che il Fondo Cef ha stanziato per la Tav nel periodo di programmazione 2014-2020 (813 milioni). Non solo: a questo punto verrebbe messo in forse anche il contributo ulteriore del Cef per il periodo di programmazione 2021-2027, che è già previsto sia ben più importante.
La Commissione europea ha proposto infatti di stanziare per il Cef nel prossimo quadro di bilancio comunitario pluriennale 12,8 miliardi di euro, con un tasso di cofinanziamento che verrebbe aumentato dall'attuale 40% al 50% per i «corridoi transfrontalieri prioritari», come appunto la Tav Torino-Lione.
La novità è che l'aumento del tasso di cofinanziamento da parte dell'Ue, che finora era solo una proposta della Commissione, è stato approvato proprio oggi con l'accordo provvisorio raggiunto nel «trilogo» (dialogo a tre) fra i negoziatori del Consiglio Ue, del Parlamento europeo e della stessa Commissione sullo stanziamento per il Cef nel nuovo bilancio pluriennale.
Per avere un'idea di quanto si rischia di perdere, bisogna ricordare che il costo totale della Tav Torino-Lione, il cui completamento è previsto entro il 2030, è stimato a 8,6 miliardi di euro. Considerato fino alla fine del 2020 la spesa prevista è di 1,9 miliardi, resterebbero da spendere a partire dal 2021 e fino al 2030 circa 6,7 miliardi di euro, con una possibilità di cofinanziamento Ue fino al 50%.
E bisogna considerare anche che, a quanto si apprende a Bruxelles, i nuovi fondi Ue del periodo 2021-2027 saranno concessi solo agli Stati membri che rispettano gli accordi di finanziamento ("grant agreemet") già stipulati durante l'attuale programmazione 2014-2020; oppure ai paesi che, se cambiano i piani, lo fanno in base a modifiche concordate con i partner.
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