17 aprile 2024
Aggiornato 01:00
Banche

Bankitalia: «Il bail-in mina la fiducia e crea instabilità»

Lo ha detto il vicedirettore generale della Banca d'Italia, Fabio Panetta: «Non è un caso che le autorità in più paesi tendano a evitare di applicare tale strumento, sinora utilizzato sporadicamente»

La sede della Banca d'Italia a Roma
La sede della Banca d'Italia a Roma Foto: ANSA

BOLOGNA - «La cosiddetta Brrd, pone il costo delle crisi innanzitutto sulle spalle dei creditori delle banche, attraverso lo strumento del bail-in, e dalle regole europee sugli aiuti di Stato. Il nuovo sistema ha mostrato numerosi aspetti critici che rendono la sua applicazione problematica». Lo ha detto il vicedirettore generale della Banca d'Italia, Fabio Panetta, nel suo intervento all'incontro a Bologna dell'Ucid (Unione cristiana imprenditori dirigenti) gruppo emiliano romagnolo.

Il bail-in genera instabilità

In primo luogo, ha spiegato Panetta, «l'esperienza mostra che l'applicazione del bail-in rischia di minare la fiducia nelle banche e generare instabilità, non è un caso che le autorità in più paesi tendano a evitare di applicare tale strumento, sinora utilizzato sporadicamente. Avendo presente che le norme europee riducono drasticamente i margini per l'azione pubblica e che nella lunga fase di transizione le passività bancarie previste dalla Brrd per far fronte al bail-in non saranno pienamente disponibilità, è auspicabile - ha sottolineato - che un tale rischio sia tenuto in conto dal legislatore e dalle autorità responsabili degli interventi».

Rischi contagio

«Inoltre, ha proseguito il vicedirettore di Bankitalia, l'orientamento che si va affermando a livello europeo secondo cui la procedura di risoluzione va applicata a poche decine di grandi intermediari dell'eurozona mentre gli altri, quasi 3.000 - andrebbero sottoposti a liquidazione ordinaria può avere conseguenze negative. La liquidazione disordinata, in gergo, 'atomistica', di una banca distrugge valore, infligge costi altrimenti evitabili ai clienti degli intermediari coinvolti, lacera la fiducia del pubblico nel sistema bancario, generando rischi di contagio. Anche su questo sono auspicabili interventi che prevedano meccanismi, quali l'intervento dei fondi di garanzia dei depositi, in grado di assicurare l'uscita ordinata dal mercato delle banche in crisi. Altri paesi - ha osservato - dispongono di un assetto che ha consentito di gestire un numero elevato di crisi di banche, oltre 500 negli Stati Uniti nell'ultimo decennio, con ripercussioni trascurabili sull'economia e sui risparmiatori».

Completare l'Unione bancaria

Secondo Panetta «affinché il nuovo assetto normativo conferisca stabilità al sistema creditizio europeo e nazionale occorre completare l'Unione bancaria, attivando con rapidità un solido sostegno (backstop) per il fondo di risoluzione unico e una assicurazione comune dei depositi. Sono iniziative che, nel condividere i rischi nell'area dell'euro, ne faciliterebbero la riduzione. Ma la condivisione - ha concluso - è auspicabile se si riducono tutti i rischi, non solo alcuni, ai quali le banche europee sono esposte. I rischi creditizi, tipici delle nostre banche, sono da tempo al centro dell'attenzione delle autorità e degli analisti e sono in forte calo».

Per le banche ruolo centrale per crescita e futuro

Il sistema finanziario «costituisce un bene pubblico indispensabile per crescere, per investire sul futuro. Al suo interno, le banche svolgono un ruolo centrale: conciliare l'esigenza dei risparmiatori di disporre di attività a basso rischio e liquide - da usare come mezzi di pagamento - con quella degli investitori, che devono reperire risorse cospicue da impiegare in progetti illiquidi e rischiosi. Il ruolo delle banche è importante soprattutto per i risparmiatori, le famiglie, e per le imprese piccole e medie».

Rischi per la stabilità

È dunque essenziale, secondo Panetta, «che il timore di conseguire perdite non scoraggi gli investimenti. È fondamentale a tal fine il compito del sistema finanziario, banche e mercati: aggregare, diversificare e riallocare i rischi, redistribuendo i guadagni e rendendo sostenibili le perdite, alimentando per questa via il motore dello sviluppo. Il settore finanziario - ha aggiunto - è divenuto anch'esso a mano a mano più grande e articolato, ma con la dimensione e la complessità sono emerse fragilità e inefficienze. Analisi recenti mostrano che sistemi finanziari troppo grandi in rapporto all'economia reale smettono di produrre effetti positivi sulla crescita e possono minacciare la stabilit໫Le ricorrenti crisi finanziarie registrate in tutti i paesi - ha osservato il vicedirettore di Bankitalia - indicano che i mercati non sono in grado di autoregolarsi e che l'instabilità finanziaria può avere effetti economici e sociali potenzialmente devastanti. L'esigenza di canalizzare il risparmio in favore della crescita va dunque coniugata con quella di ridurre sia la probabilità sia i costi delle crisi».