Pensioni, l'Ue vuole il rinvio della riforma. Salvini: «Non se ne parla. A febbraio addio Fornero»
Dopo la cena tra Conte e Juncker il "dialogo" con Bruxelles inizia da pensioni e reddito di cittadinanza. Ma dalla Lega arriva lo stop a qualsiasi trattativa
ROMA - L'Ue ha chiesto ufficialmente al governo Conte di iniziare il dialogo sulla manovra mostrando un'apertura importante. E al primo posto ha messo il rinvio, almeno al secondo trimestre del 2019, dei due provvedimenti più attesi: la riforma delle pensioni e il reddito di cittadinanza. Ma se comunque sul reddito di cittadinanza le date, più o meno, coincidono (1° aprile 2019) è sulle pensioni che in queste ore si sta registrando un nuovo scontro. Ed è la Lega, con Matteo Salvini in testa, a non accettare che il suo provvedimento simbolo, l'abolizione della Fornero e l'introduzione di Quota 100, venga messo nel mirino di Bruxelles. Anche se solo come tempistiche.
Cosa chiede Bruxelles
Secondo quanto riportato dal Sole 24 Ore sul tavolo della cena tra Conte e Jucker c'era il rinvio di Quota cento ad aprile 2019. Spostare in avanti l'entrata in vigore della riforma delle Pensioni consentirebbe, secondo stime, di recuperare uno 0,2% del PIL sul 2,4% fissato come tetto per il 2019. Il risparmio sarebbe di circa 1,6 miliardi di euro rispetto al fondo di 6,7 miliardi previsto nel testo della Legge di Bilancio.
Ma Salvini non molla
Dalla Lega, però, arriva un secco no alla proposta europea: sullo smantellamento della Fornero Salvini non è disposto a trattare. I soldi, in caso, andranno cercati altrove. «Per quanto riguarda la Fornero ribadisco che a febbraio si parte», ha ribadito il vicepremier a margine dell'evento organizzato a Roma da Poste italiane per i sindaci, dato che «credo che la manovra venga approvata entro Natale e quindi con un mese di tempi tecnici, a febbraio si parte».
I costi? Minori del previsto
A dare forza alla chiusura di Salvini a qualsiasi trattativa l'analisi del sottosegretario (leghista) al Lavoro, Claudio Durigon, che in un'intervista al Corriere della Sera ha sottolineato come «Quota 100 costa meno del previsto». E «quello che deve essere chiaro è che i due cardini della manovra non verranno toccati. Intendo dire che l'intervento sulle pensioni, con quota 100, e il reddito di cittadinanza non sono in discussione». E ci sarebbero i numeri a confortare questa posizione di non apertura: «Sono in corso una serie di verifiche, perché abbiamo evidenza che le due misure che contraddistinguono la legge di Bilancio costeranno meno del previsto, quindi ci sono più soldi per gli investimenti. Ed è in quella direzione che sposteremo più risorse, spiegando bene a Bruxelles l'effetto e l'impulso che possono generare sul fronte della crescita».
Ma l'Ocse boccia Quota 100
E se i numeri (leghisti) danno forza a Matteo Salvini, la bocciatura alla riforma che arriva dall'Ocse sembra studiata perfettamente, almeno nei tempi, per dare un'arma in più all'Ue. Secondo l'Organizzazione per la cooperazione economica europea la riduzione dell'età pensionabile» si legge nell'Economic Outloo 2018 dell'Ocse «peggiorerà la disuguaglianza intergenerazionale, aumentando la già alta spesa pensionistica» e «ridurrà la crescita a lungo termine, riducendo l'età lavorativa della popolazione». Secondo l'Ocse il governo «ha giustamente l'obiettivo di aiutare i poveri, ma data la sua composizione, i benefici sulla crescita di queste saranno probabilmente modesti, soprattutto a medio termine».
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