Boeri torna all'attacco sulle pensioni: "Su quota 100 i conti sono sbagliati. Governo usa due termini pericolosi"
Torna all'attacco contro il governo, questa volta dalle pagine del Corriere della Sera, Tito Boeri, presidente dell'Inps

ROMA - "Su quota 100 i conti sono sbagliati, troppe promesse, la spesa aumenterà». Torna all'attacco contro il governo, questa volta dalle pagine del Corriere della Sera, Tito Boeri, presidente dell'Inps. "I nostri dipendenti subiscono quotidianamente aggressioni, Salvini lo sa bene, abbiamo chiesto di rafforzare la sorveglianza». E ancora: "Se il presidente del Consiglio mi dicesse che non c'è più fiducia in me, lascerei... ma non posso farlo per un tweet. E trovo pericoloso per la nostra democrazia la delegittimazione degli organi indipendenti e di controllo». Boeri sottolinea che "l'Italia ha chiuso una campagna elettorale nove mesi fa con promesse impegnative - abolire la povertà, cancellare la riforma Fornero - e da allora la narrazione di chi ha le leve del potere non è cambiata".
Non c'è stato ridimensionamento delle aspettative, ma solo continui rilanci, rimprovera Boeri. Come l' idea di bloccare l'aggiustamento dell'età del ritiro alla speranza di vita. "Uno pensa che a un certo punto si scenda con i piedi per terra e si obblighi tutti a misurarsi con i vincoli. Invece, si ribadisce di continuo che le misure promesse partiranno l'anno prossimo. Ma sin qui esiste solo un disegno di legge di Bilancio che istituisce due fondi, uno per le pensioni e l'altro per il reddito di cittadinanza. Quello per la previdenza ha 6,7 miliardi nel 2019, poi sempre sette a seguire" spiega il presidente Inps.
Il governo ha chiesto diverse simulazioni e l'Inps ne ha fatte "tantissime": tutte implicano per forza che ci sia un forte incremento della spesa nei primi anni: all'inizio c'è un grande gruppo di persone che entra a carico del sistema pensionistico e ogni anno se ne aggiungono altre che maturano i requisiti, dunque la spesa non può che aumentare, spiega ancora Boeri. Rispetto all'opzione di finestre ad hoc replica secco che sarebbe solo un modo di ritardare la pensione senza dirlo, e potrebbe generare risparmi il primo anno ma non il secondo, quando l'effetto di contenimento viene meno. Insomma, in tutti gli scenari con 62 anni di vecchiaia e 38 di anzianità contributiva viene fuori una crescita della spesa nel tempo. L'idea di una dotazione piatta e costante a sette miliardi l'anno "non è minimamente supportata da alcuna delle simulazioni che ci hanno chiesto». Ma quando ha sollevato il problema, lamenta Boeri, ha avuto solo aggressioni verbali e tentativi di screditarlo. "A questo punto non vorrei si arrivasse a soluzioni incompatibili con le risorse accantonate. Noi all'Inps per primi ci troveremmo in una posizione difficile".
Infine, una battuta sul testo della norma che contiene due termini "pericolosi" secondo lui. Si parla di limiti di spesa e monitoraggio. Fa pensare a un meccanismo come quello delle salvaguardie, in cui noi monitoriamo la spesa e quando si arriva al limite delle risorse possono accedere alle pensioni solo coloro il cui diritto viene certificato da noi. Ma in passato lo si è fatto solo per deroghe limitate e a fronte di leggi che ponevano soglie sulle platee di beneficiari. Sottoporre alla logica del rubinetto dei requisiti previdenziali che danno luogo a diritti soggettivi alla pensione è qualcosa di mai visto».
Immediata la replica del vicepremier Di Maio, che da Pomigliano d'Arco, a margine della firma di un protocollo d'intesa fra il suo ministero, il Miur e l'Istituto tecnico Barsanti della città industriale alle porte di Napoli, risponde: "Eviterei allarmismi inutili, quota cento si farà». Poi arriva il rinforzo del sottosegretario al ministero del Lavoro, Claudio Durigon: "Boeri se ne faccia una ragione: quota 100 si farà e in 3 anni ridarà ad oltre un milione di cittadini la libertà di scegliere se continuare a lavorare o andare in pensione per fare spazio ai giovani. Nell'arco dei due anni 2019-2020 il costo per applicare quota 100 è addirittura inferiore a quanto previsto. La smetta quindi di utilizzare la sua carica per dare i numeri che più si adattano alla sua linea politica".
Quelle di Boeri per il governo sono dichiarazioni prive di fondamento, tese a screditare il suo operato, che però "non scalfiscono quanto stiamo facendo per migliaia di italiani. Dal presidente della più grande agenzia di welfare europea ci aspetteremmo meno politica e più risultati nei servizi ai cittadini. Non è colpa di quota 100 se i tempi di liquidazione delle pensioni sono più che raddoppiati in questi anni. L'Inps deve pensare in primis ai cittadini e non alle aspirazioni politiche del suo presidente pro-tempore. Boeri, quindi, smetta di fare politica e di stare una volta con i giovani, una volta con i pensionati a seconda delle convenienze: proprio lui che qualche settimana fa aveva proposto un ricalcolo generale con tagli enormi alle pensioni mentre qualche anno fa attaccava l'innalzamento dei contributi per l'uscita dal mondo del lavoro. Decida almeno da che parte stare".
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