19 aprile 2024
Aggiornato 15:30
Manovra finanziaria

Di Maio: «Stiamo discutendo per far salire il deficit/Pil oltre l’1,6%». E si apre un nuovo capitolo su Genova

Prosegue il confronto nella maggioranza con le strutture tecniche del ministero dell’Economia, che dopo la manovra ora vede un nuovo capitolo nel decreto sul ponte Morandi

Il vicepremier Luigi Di Maio arriva alla riunione con i ministri 5stelle sul Def e la manovra che il governo sta preparando
Il vicepremier Luigi Di Maio arriva alla riunione con i ministri 5stelle sul Def e la manovra che il governo sta preparando Foto: Massimo Percossi ANSA

ROMA - Prosegue il confronto nella maggioranza di governo con le strutture tecniche del ministero dell’Economia, che dopo la manovra ora vede un nuovo capitolo nel decreto sul ponte Morandi: trasmesso al Mef senza coperture e per questo non recapitato al Quirinale. «Questo ritardo non è accettabile. Punto», afferma in una intervista sul Corriere della Sera il viceministro alle Infrastrutture Edoardo Rixi, della Lega. «Ho parlato con Di Maio, con Salvini, con Toninelli, con Giorgetti. Siamo tutti d’accordo, e la presidenza del Consiglio si è esposta. Su un provvedimento così urgente non possono esserci stop o ritardi». Sempre sul Corsera il ministro per i Rapporti con il Parlamento, Riccardo Fraccaro, del Movimento 5 Stelle, torna alla carica sulla manovra: «Alcuni superburocrati spingono per una politica di rigore, ma le amministrazioni pubbliche sono e devono essere al servizio dei cittadini», afferma. Luigi Di Maio ai microfoni di Circo Massimo su Radio Capital ha assicurato che "in giornata" andrà al Quirinale. «Non lo interpreto come se si volesse fermare», ha aggiunto riguardo al lavoro alla Ragioneria generale per definire cifre e coperture del dl. Il fatto è semmai che «la Ragioneria generale dello Stato sta lavorando anche al Def e alla Legge di bilancio». Ad ogni modo «il decreto è pronto», aggiunge, riferendo che intende chiamare il Mef perché «il decreto si deve mandare al Quirinale». Quanto al nome del commissario per Genova, «ci sarà non appena il decreto verrà pubblicato in Gazzetta ufficiale»

«Deficit positivo» che produrrà crescita
Di Maio spiega anche che «si sta discutendo» per fare più dell’1,6% di deficit-Pil nel 2019. Ma «non è una sfida a fare deficit, ma a mantenere le promesse per un Paese migliore». Il capo dello Sviluppo economico cerca comunque di non sbilanciarsi troppo su cifre precise in vista della nota di aggiornamento al Def attesa domani in Cdm. Secondo diversi analisti si profila un’intesa sull’1,8-1,9%, cifre che però non consentirebbero il miglioramento dell’indebitamento strutturale previsto dalle regole Ue. «La mia non è una minaccia», ha aggiunto il leader M5s riferendosi alle indiscrezioni sull’indisponibilità a votare la nota se non conterrà la previsione del reddito di cittadinanza, «ma va da sé che il Movimento 5 Stelle vota una manovra coraggiosa. Le persone devono cominciare a percepire un cambiamento, un miglioramento». Sul deficit «siamo ben consapevoli che ci sono equilibri finanziari e conti da tenere in ordine e nessuno lo mette in discussione» ma «sui livelli del deficit dico: prima dobbiamo soddisfare le esigenze dei cittadini» con il reddito di cittadinanza e altre misure per avvantaggiare le fasce più deboli «e in base a quella spesa facciamo tagli per esempio sugli sconti alle piattaforme petrolifere e alle banche». Si tratta di «deficit positivo», dice, osservando che «le misure che stiamo mettendo in piedi» produrranno crescita anche negli anni a venire.

Pace fiscale e novità
La prossima manovra, aggiunge, conterrà oltre alle misure bandiera anche tanti altri interventi: «Un fondo da un miliardo per risarcire i truffati delle banche», l’Ires verde, così che meno inquini meno paghi, e la lotta al gioco d’azzardo, che non è finita per togliere i centri di gioco da vicino alle scuole e agli ospedali». Sulla pace fiscale dice che «non può essere un condono perché noi non lo voteremmo: non ci possono essere scudi fiscali per conti portati all’estero; non ci sarà la soglia di un milione di euro che per noi non è accettabile» ma «una soglia che deve tenere all’interno solo le persone bisognose». «Il tema . ha aggiunto - che ci sono tante imprese, lavoratori individuali e padri di famiglia che non hanno pagato le tasse in un momento di difficoltà, gente onesta che non poteva pagare: noi diciamo che facciamo una riforma fiscale e diciamo che quello che avete fatto in passato lo salviamo con un accordo con l’Agenzia delle Entrate, ma dopo mettiamo anche il carcere per gli evasori: perché d’ora in poi non si sgarra più».