12 dicembre 2024
Aggiornato 15:00
Inviato documento alla Commissione

Investimenti cinesi in Europa: Italia, Francia e Germania pronte ad affilare le armi

In un documento di quattro pagine, che «La Stampa» ha potuto visionare, i tre governi rivendicano il diritto di «intervenire» e di «proibire» in alcuni casi specifiche operazioni o di vincolarle a determinate condizioni.

Roma, Parigi e Berlino: «La Ue freni gli investimenti cinesi»
Roma, Parigi e Berlino: «La Ue freni gli investimenti cinesi» Foto: Shutterstock

ROMA - Roma, Parigi e Berlino scrivono alla commissione europea per chiedere «più poteri contro le acquisizioni cinesi». In un documento di quattro pagine, che «La Stampa» ha potuto visionare, i tre governi rivendicano il diritto di «intervenire» e di «proibire» in alcuni casi specifiche operazioni o di vincolarle a determinate condizioni.
In primo luogo, scrivono i governi, occorre assicurare «condizioni di reciprocità», che non ci sono «quando Paesi terzi mantengono ostacoli agli investimenti diretti da parte delle compagnie europee mentre allo stesso tempo altre compagnie europee vengono acquisite».

GOLDEN POWER - Poi c'è la questione del «golden power», che, si fa notare sul quotidiano, vede in questo caso Roma e Parigi litigare sul caso Telecom. «Ora - si legge - almeno contro i terzi, Italia, Francia e Germania chiedono alla commissione di definire delle regole, di monitorare le operazioni e di redigere un rapporto ogni due anni. I tre governi avevano inviato una prima lettera congiunta a febbraio a Bruxelles, chiedendo passi concreti in questa direzione».
Ma nel documento in questione si specifica che i nuovi poteri dovranno andare interamente in capo agli Stati membri, mentre le opinioni della commissione dovranno «restare consultive». Insomma «i governi si alleano soltanto per chiedere di poter fare ognuno per sé», conclude l'articolo.

IL CASO TELECOM - Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, non ha in programma di incontrare a breve i vertici di Telecom Italia  (Tim). Nel frattempo è al lavoro il comitato sul golden power. A margine del Meeting di Cl a Rimini, il ministro ha annunciato che non incontrerà i vertici di Telecom, perlomeno «a breve».
Per il momento «la palla è al comitato sul golden power che sta facendo tutte le verifiche» per capire se esercitare o meno la norma su Telecom Italia. Il governo italiano può, infatti, esercitare nei confronti del colosso tlc i poteri speciali che consentono di blindare una società qualora sia in pericolo l'interesse nazionale. Vivendi controlla Telecom Italia con una quota del 23,94%.