16 aprile 2024
Aggiornato 17:30
Pensioni e Ape sociale

Pensioni, i passaggi per raggiungere l’Ape sociale e chi ne ha diritto

Per richiedere l’Ape sociale, il 15 luglio e il 30 novembre 2017 sono le scadenze per l’assegno pari alla pensione, ma con un importo lordo non superiore ai 1.500 euro mese

Benedetto della Vedova sull'Ape
Benedetto della Vedova sull'Ape Foto: ANSA

ROMA – Chi intende richiedere per quest’anno l’Ape sociale deve tenere a mente queste due date: 15 luglio e 30 novembre 2017. L’Anticipo previdenziale è infatti stato attuato dopo la pubblicazione il 16 giugno in Gazzetta Ufficiale del decreto del presidente del consiglio dei ministri 88/2017, che è entrato in vigore il giorno successivo. L’Ape era stato previsto lo scorso mese di dicembre dalla legge di bilancio 2017. Seguendo le indicazioni fornite dall’Inps nella relativa circolare, chi ne sia interessato potrà presentare domanda di accesso alla prestazione per il 2017. Gli esperti consigliano di effettuare l’operazione di richiesta entro il 15 luglio: in questo modo si potrà rientrare nel primo blocco di domande che l’Inps prenderà in considerazione.

Cos’è l’APE
Il cosiddetto Ape sociale è in sostanza un assegno pari alla pensione. L’importo massimo lordo non deve essere superiore a 1.500 euro mensili. L’Ape è tuttavia riconosciuto solo a determinate categorie di lavoratori, a partire da almeno 63 anni di età e fino al raggiungimento della pensione di vecchiaia o a quella anticipata se è il caso.

Chi può beneficiare dell’Ape
A beneficiare dell’Ape possono essere coloro che sono rimasti senza impiego a seguito di licenziamento, dimissioni per giusta causa o risoluzione consensuale del rapporto di lavoro. Può richiederlo anche chi assiste da almeno 6 mesi il coniuge o un parente di primo grado con handicap grave (legge 104/1992) o chi risulta avere un’invalidità civile di almeno il 74%. Se si rientra in questi tre casi è però anche necessario possedere un’anzianità contributiva di almeno trent’anni anni. Oltre a queste figure, l’Ape sociale può essere richiesto anche da chi ha almeno 36 anni di contributi, da chi svolge da almeno 6 anni, al momento della domanda, una delle 11 attività considerate pesanti dal Dpcm. I 6 anni possono essere stati maturati negli ultimi sette, come precisato nel decreto legge 50/2017.

Le domande
Secondo i dati Inps, a giugno 2017 sono pervenute già 300 domande. Sono le domande di coloro che, in prima battuta, hanno richiesto all’Inps stesso di verificare l’idoneità per poter fare la domanda per l’Ape. E che poi, in possesso dei requisiti, hanno proceduto all’inoltro della domanda vera e propria. Un possibile intoppo può essere lo sfondamento del tetto di 300 milioni di euro che è il plafond di spesa complessivo di cui dispone l’Inps per il 2017: se i fondi non saranno sufficienti a coprire le domande, l’Ape sarà comunque riconosciuta ma, nel caso, posticipata. La prima fase della raccolta di domande per l’Ape si chiude il 15 luglio. A tutti coloro che avranno inviato la richiesta entro tale scadenza sarà dato riscontro entro il 15 ottobre 2017. Se si arriva tardi, o oltre il 15 luglio, si avrà tempo fino al 30 novembre. Tuttavia, in questo caso, la domanda verrà presa in considerazione soltanto nel caso vi siano ancora fondi ‘avanzati’ durante la prima fase di richiesta. Per l’anno successivo, il 2018, la procedura sarà la stessa. Cambieranno probabilmente solo le scadenze, che verranno comunicate in data da destinarsi.