G7 dell'Energia, cosa (non) è successo e perché Trump spaventa i Big
Il G7 dell'Energia di Roma si chiude senza alcuna dichiarazione congiunta perché gli Usa stanno rivedendo la propria politica energetica e climatica
ROMA - Nessuna dichiarazione congiunta al termine del G7 Energia di Roma. L'accordo non è stata possibile perché gli Stati Uniti stanno rivedendo la propria politica energetica e climatica. Il ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, ha spiegato che l'amministrazione Usa «ci ha detto che sta rianalizzando la sua posizione». Ma nel complesso c'è stato un approccio «molto positivo e nessun tipo di frizione sui singoli punti».
Stavolta nessuna dichiarazione congiunta
Il G7 Energia di Roma si chiude con un report della presidenza invece che con una usuale dichiarazione congiunta. L'intesa comune tra tutti i membri del G7 non è stata possibile per il fatto che gli Stati Uniti d'America stanno rivedendo molte delle loro politiche energetiche e climatiche. Nel report della presidenza si sottolinea che l'Italia «è impegnata a trovare un terreno comune e a mettere in evidenza ciò che ci unisce». C'è stato «un lungo e positivo dibattito su tutte le questioni». I paesi del G7 si confermano «impegnati a continuare ad affrontare le sfide energetiche globali e a cogliere le opportunità che avremo davanti a noi».
Calenda: Gli Usa stanno rivedendo le loro politiche
«Abbiamo discusso di sicurezza energetica di nuovi driver energetici e di come governare la transizione energetica», prosegue il report della presidenza. Tra i punti di consenso tra tutti gli altri paesi del G7, ci sono anche «discorsi congiunti per sostenere la sicurezza energetica in Ucraina, il futuro ruolo del gas naturale inclusa l'importante del gas naturale liquefatto e le interconnessioni da diverse fonti». Il ministro dello Sviluppo economico italiano, Carlo Calenda, dopo aver letto il report finale ha aggiunto: «Prendiamo nota che la nuova amministrazione degli Stati Uniti ha in corso una revisione di molte delle sue politiche», che comprendono una revisione delle politiche relative al cambiamento climatico e agli accordi di Parigi.
Un G7 all'insegna della discontinuità
Mentre tale revisione è in corso «gli Stati Uniti si riservano la loro posizione su queste priorità chiave per gli altri paesi del G7 e per l'Unione europea. L'impegno per gli altri paesi del G7 e l'Unione europea ad implementare l'accordo di Parigi rimane forte e deciso», ha concluso Calenda. L'era Trump ha obbligato il Gruppo dei Grandi a ripensare le sue regole, archiviando la stagione delle frasi già dette e delle dichiarazioni «copia e incolla» dal G7 precedente. Il cambio di strategia alla Casa Bianca mette tutti gli altri paesi di fronte alla necessità di guardare la realtà con occhi diversi, perché nulla sarà come prima. Nell'attesa di conoscere le nuove politiche Usa relative al cambiamento climatico, dentro e fuori gli Stati Uniti d'America – che piaccia oppure no - la parola d'ordine è una sola. Discontinuità.
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