28 marzo 2024
Aggiornato 13:00
Dati Eurostat

Lavoro, cala la disoccupazione nell'Eurozona ma l'Italia resta in coda

Nel mese di febbraio il tasso di disoccupazione dell'Eurozona è sceso al 9,5%. Ma l'Italia resta agli ultimi posti della classifica Ue dopo la Grecia, la Spagna, Cipro e la Croazia

Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan.
Il ministro dell'Economia, Pier Carlo Padoan. Foto: Giuseppe Lami ANSA

ROMA - Disoccupazione in calo a febbraio nell'Eurozona. Secondo le stime dell'Eurostat il tasso di disoccupazione è sceso al 9,5% (contro il 9,6% di gennaio 2017 e contro il 10,3% di febbraio 2016). Ma l'Italia resta in coda nelle ultime posizioni (dopo Grecia, Spagna, Cipro e Croazia).

Il tasso di disoccupazione Ue è sceso al 9,5%
Il tasso dell'EA19, destagionalizzato, del 9,5% è il più basso dell'area euro dal maggio 2009. Per quanto riguarda il tasso di disoccupazione dell'area euro è 8% a febbraio, più basso dell'8,1% del gennaio 2017 e dell'8,9% rispetto a febbraio 2016 (il più contenuto tasso di disoccupazione da gennaio 2009). Secondo le stime dell'Eurostat 19,750 milioni di uomini e donne nell'Ue a 28, di cui 15,439 milioni nell'area euro, erano disoccupati a febbraio 2017.

La Repubblica Ceca registra il tasso più basso
Facendo la comparazione con gennaio 2017, il numero delle persone senza occupazione è sceso di 153000 nell'Europa a 28 e di 140 000 nell'area euro. Confrontando il dato con lo stesso mese dell'anno precedente, i disoccupati sono scesi a 1.852 milioni nell'EU a 28 e a 1.246 milioni nell'area euro. Tra gli stati membri, il minor tasso di disoccupazione a febbraio si registra nella Repubblica Ceca (3,4%), in Germania (3,9%) e a Malta (4,1%).

L'Italia resta il fanalino di coda d'Europa
I più elevati tassi di disoccupazione sono stati invece osservati in Grecia con il 23,1% (l'ultimo dato disponibile è però dicembre scorso) e Spagna (18%), seguite da Cipro (12,9%) e Croazia (11,6%). Facendo il confronto con un anno fa, la disoccupazione a febbraio è scesa in 26 Paesi membri tranne che in Danimarca (dove è passata dal 6% al 6,4%) e in Lituania (dall'8% all'8,3%). I cali più significativi sono stati registrati in Croazia (dal 14,4% all'11,6%), in Spagna (dal 20,5% al 18%), in Portogallo (dal 12,2% al 10%) e in Irlanda (dall'8,4% al 6,6%). Ma l'Italia resta il fanalino di coda.