24 aprile 2024
Aggiornato 13:30
In Italia cresce la povertà

Povertà, Poletti: «Nel 2017 via libera al reddito di inclusione»

La povertà, in Italia, è un fenomeno in drammatica crescita. Tra le risposte del governo per combatterlo c'è il reddito di inclusione attiva che dovrebbe partire nel 2017 e conterà sulle risorse di un Fondo specifico

ROMA - I dati dell'ultimo rapporto Caritas sulla povertà in Italia ci dicono che il fenomeno è in aumento. Il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti, spiega gli strumenti che il governo Renzi ha deciso di utilizzare per combatterlo.

La povertà in Italia è in aumento
Le dimensioni del fenomeno della povertà nel nostro Paese, riassunte nei dati contenuti nel rapporto Caritas sulla povertà, confermano la necessità di un'azione incisiva per dare una risposta a questo problema. «Un Paese che vuole guardare al suo futuro deve, infatti, impegnarsi per favorire la coesione sociale, per assicurare a tutte le persone una vita dignitosa, contrastando le cause che determinano la loro condizione di difficoltà, a partire dal lavoro e dall'accesso all'istruzione», ha detto il ministro del Lavoro, Giuliano Poletti.

La risposta del governo
«Il Governo - ha proseguito - ha assunto questo impegno tra le sue priorità", raccogliendo le sollecitazioni espresse dall'alleanza contro la povertà, che ha svolto un lavoro importante su questo tema e avuto il merito indiscutibile di metterlo al centro dell'attenzione della politica e delle istituzioni e di offrire un contributo essenziale alla definizione degli interventi «che abbiamo predisposto ed inserito nel piano nazionale di lotta alla povertà e all'esclusione sociale».Si tratta infatti del primo intervento organico, nella storia del nostro Paese, diretto a contrastare la povertà e l'esclusione sociale.

Il reddito di inclusione attiva
Nel 2017 partirà il reddito di inclusione, che potrà contare sulle risorse di un Fondo specifico: 1 miliardo di euro l'anno, che il disegno di legge di bilancio appena approvato in consiglio dei ministri incrementa di ulteriori 500 milioni. Poletti ricorda che «si tratta di una misura universale di contrasto alla povertà che prevede un sostegno economico condizionato all'attivazione di percorsi verso l'autonomia», sostenuti da servizi personalizzati e da una rete integrata di interventi individuati dai servizi sociali in rete con i servizi per l'impiego, i servizi sanitari, le scuole e con i soggetti del terzo settore e di tutta la comunità.

Il Sia: sostegno per l'inclusione
Ma l'impegno per dare un aiuto alle persone in condizioni di difficoltà è già stato avviato. Dal 2 settembre è infatti stato esteso a tutto il territorio nazionale il Sia, sostegno per l'inclusione attiva, una misura ponte di cui potranno beneficiare le famiglie in condizioni economiche disagiate con almeno un componente minore, oppure con un figlio disabile o una donna in stato di gravidanza (LEGGI ANCHE "Crisi e povertà, dal 2 settembre le famiglie possono fare richiesta per il Sia: tutto ciò che dovete sapere"). «I 750 milioni disponibili ci consentiranno di dare un aiuto a circa 200mila nuclei familiari, ovvero a quasi 1 milione di persone, metà delle quali minori", ha sottolineato Poletti.

Il progetto che coinvolge il nucleo familiare
Il ministro del Lavoro aggiunge che il Sia prevede, accanto al sostegno monetario, un patto per l'inclusione attiva, che «abbiamo finanziato con circa 500 milioni destinati al rafforzamento dei servizi territoriali»: il nucleo familiare che lo richiede deve infatti aderire ad un progetto personalizzato di attivazione sociale e lavorativa sostenuto da una rete integrata di interventi, individuati dai servizi sociali dei Comuni, in rete con gli altri servizi del territorio (centri per l'impiego, servizi sanitari, scuole) e con i soggetti del terzo settore, le parti sociali e tutta la comunità.

Bisogna fare di più
Le povertà sono diverse e diversi sono gli strumenti per affrontarle. Per questo, insieme al Reddito di inclusione, «stiamo attivando il piano per la lotta alla povertà educativa e un impegno specifico per i più fragili tra i fragili, che prevede il finanziamento di interventi a sostegno delle persone senza dimora». Questi sforzi - conclude il ministro - non sono ancora sufficienti rispetto alla dimensione e alla drammaticità del problema, ma «costituiscono una risposta importante e consentono di predisporre, su tutto il territorio nazionale, una grande rete in grado di utilizzare al meglio le risorse disponibili e di rappresentare un punto di riferimento permanente per tutte le persone in difficoltà».