29 marzo 2024
Aggiornato 11:30
Boom dei voucher

Lavoro, cosa si nasconde dietro il boom dei voucher?

Nel periodo gennaio-luglio 2016 sono stati venduti 84,3 milioni di voucher per il pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio. Un vero e proprio boom. Ma cosa sono i buoni-lavoro? Come si utilizzano? E quali criticità presentano?

Nei primi sei mesi dell'anno si è registrato un boom dei voucher.
Nei primi sei mesi dell'anno si è registrato un boom dei voucher. Foto: Shutterstock

ROMA – In Italia è boom dei voucher. Nel periodo gennaio-luglio 2016 sono stati venduti 84,3 milioni di voucher per il pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio. Rispetto allo stesso periodo del 2015 c'è stato un incremento del 36,2%. Come si concilia questo dato con la non-crescita italiana?

Il boom dei voucher
In Italia la ripresa rallenta. Anzi, scompare in uno zero virgola. Il governo Renzi ha dovuto accettare ob torto collo di rivedere al ribasso le stime di crescita del Pil contenute nella nota di aggiornamento del Def. Per l'anno in corso e per il 2017 il tasso di crescita del prodotto interno lordo si limita allo zero virgola, senza riuscire a toccare quota 1%. Eppure, nel periodo gennaio-luglio 2016 sono stati venduti 84,3 milioni di voucher per il pagamento delle prestazioni di lavoro accessorio.

Cosa sono i buoni-lavoro?
Come riporta l'Inps, rispetto allo stesso periodo del 2015 c'è stato in incremento del 36,2% se consideriamo il dato medio nazionale. Ma l'aumento ha raggiunto picchi decisamente più elevati nel Sud Italia. Dal 2014 al 2015 l'incremento registrato è stato pari al 94% in Sicilia e all'80,1% in Puglia. Insomma, è in corso un vero e proprio boom dei voucher. Ma cosa sono? Come funzionano? Aiutano davvero a combattere il lavoro nero e la disoccupazione?

Come si utilizzano
Innanzitutto, i voucher-lavoro sono uno strumento di pagamento per il lavoro accessorio, cioè una particolare forma di prestazione lavorativa svolta in modo saltuario e che non può superare i 7mila euro di compenso annuo. Sono stati introdotti con il decreto legge 276 del 2003, che applicava la legge Biagi dello stesso anno. Il lavoro accessorio è una tipologia di lavoro occasionale, saltuaria che può essere svolta da qualsiasi soggetto economico (disoccupato, inoccupato, lavoratore autonomo o subordinato, pensionato, studente o percettore di ammortizzatori sociali) in modalità part-time o full-time e in qualsiasi settore professionale.

Perché convengono al datore di lavoro
Il pagamento di questa prestazione avviene proprio attraverso i voucher, che consistono in appositi buoni dal valore nominale di 10 euro per ogni ora di lavoro. Di questi, 7,50 euro spettano direttamente al lavoratore, mentre il resto sono contributi INPS e INAIL. Per questa ragione, i voucher sono uno strumento molto apprezzato dai datori di lavoro, che possono esaurire in modo semplice e veloce tutti i loro obblighi nei confronti degli enti previdenziali e assicurativi. Tuttavia i buoni lavoro non sono affatto privi di criticità.

Le criticità dello strumento
Innanzitutto, sono la foglia di fico dietro la quale si può nascondere il lavoro nero. Basta un solo voucher, infatti, per impedire agli ispettori del lavoro di chiedere l'assunzione del lavoratore trovato senza alcun contratto. Spesso i datori di lavoro usano questo strumento per corrispondere al dipendente (non saltuario) solo una piccola parte del salario, e pagano in nero le ore-extra. In questo modo si mettono al riparo da qualsiasi tipo di controllo e sanzione amministrativa.

Il segreto della bolla occupazionale
Ma non finisce qui. I voucher sono stati concepiti per la retribuzione del lavoro occasionale, però vengono considerati come indice di occupazione. Con la riforma Fornero del 2012, infatti, è stata modificata la loro definizione e ora si fa riferimento esclusivamente al limite economico che un lavoratore può percepire durante l'anno attraverso i buoni-lavoro. Questa modifica permette adesso all'Istat di conteggiare tra gli occupati nazionali anche coloro che effettuano prestazioni esclusivamente occasionali e sono pagati con i voucher.

L'intervento del governo
In questo modo vengono letteralmente falsati tutti i dati sull'occupazione nazionale, perché risultano impiegate anche persone che in realtà lavorano solo un'ora a settimana. Ecco spiegata la bolla occupazionale che era (fino a qualche mese fa) il vanto del governo Renzi e che è esplosa rivelando tutte le fragilità del mercato del lavoro contemporaneo. Tuttavia, proprio per combattere il lavoro nero e l'uso irregolare dei voucher sono state apportate delle modifiche allo strumento nel decreto correttivo del Jobs Act appena approvato dal Consiglio dei Ministri.

La stretta sull'uso dei voucher
Come riporta Barbara Weisz su pmi.it, ora il datore di lavoro è obbligato a comunicare almeno sessanta minuti prima dell'inizio della prestazione di lavoro accessorio, alla sede territoriale dell'ispettorato del lavoro, i dati anagrafici del lavoratore insieme al giorno e all'ora della prestazione. Per gli imprenditori agricoli il vincolo è ancora più stringente perché il limite temporale è ridotto a tre giorni. Poiché si tratta di un obbligo, in caso di mancata comunicazione sono previste sanzioni a carico del datore di lavoro da 400 euro a 2mila400 euro. In questo modo il governo Renzi spera di ridurre le criticità dei buoni-lavoro. Per sapere se ci riuscirà bisognerà aspettare i dati dei prossimi mesi. Ma nel frattempo non sarebbe male se si smettesse di considerare i lavoratori occasionali degli occupati a tutti gli effetti.