19 aprile 2024
Aggiornato 12:30
titolo a -70%

Mps, niente azioni: il Tesoro preferisce essere ripagato in contanti

Mps dovrà pagare cash il Mef, che detiene il 4% dell'istituto senese, a dfifferenza di quanto prevedeva il contratto firmato nel 2013

ROMA - Mps consolida l'intonazione positiva a Piazza Affari con un progresso superiore al 3% mentre il resto del comparto bancario mostra il segno meno. Ma vale la pena di ricordare che solo durante l’ultimo anno il titolo di Montepaschi ha ceduto quasi il 70% del suo valore. Per questo il Tesoro vuole che il debito che la banca ha nei confronti venga ripagato in contanti.

Mps paga cash
Mps oggi ha annunciato che, diversamente da quanto dalla stessa ritenuto, il ministero dell'Economia e della Finanze ha informato la banca - ai sensi di quanto previsto nel decreto legge del 6 luglio 2012 n. 95 - di provvedere alla prevista scadenza del primo luglio 2016 al pagamento in forma monetaria degli interessi, pari a 45.994.309 di euro, relativi all'esercizio finanziario 2015 maturati sui Nuovi Strumenti Finanziari riscattati lo scorso 15 giugno 2015.

Cosa prevedeva il contratto firmato nel 2013
Tale pagamento non avrà alcun effetto sui livelli di patrimonializzazione della banca. Negli ultimi mesi il mercato scommetteva che anche quest'anno il Tesoro avrebbe incassato gli interessi per i Monti bond in azioni. In questo caso il Tesoro, che già possiede il 4% di Mps, sarebbe salito intorno al 7%. Il contratto firmato nel 2013 dalla banca col Tesoro prevedeva che Mps deve pagare gli interessi sui Monti bond in contanti o in azioni in caso di bilancio in perdita.

Mps non detiene più strumenti sottoscritti dal Mef
Mps, invece, ha chiuso il 2015 in utile grazie all'effetto contabile positivo derivante dalla chiusura del derivato Alexandria. Mps non detiene più strumenti sottoscritti dal Mef dallo scorso giugno, ovvero dal pagamento di 1,11 miliardi. Rimborso che seguiva l'altro da 3 miliardi di luglio 2014, quando la banca aveva avviato in anticipo, rispetto alla scadenza del 2017, la restituzione degli aiuti di Stato ricevuti a febbraio 2013 quando il Tesoro aveva sottoscritto 4 miliardi di strumenti subordinati convertibili emessi da Siena.