Crisi, Draghi: «L'Europa è esposta al rischio di shock esterni»
Draghi ha presentato ieri il rapporto annuale della BCE e nella prefazione c'era subito un riferimento alla situazione deflazionistica europea

ROMA - L'Europa rischia di non avere le armi per far fronte a possibili shock esterni: è l'allarme lanciato dal presidente della BCE, Mario Draghi, che invita i governi dei paesi europei a fare di più per creare insieme le condizioni di una ripresa davvero sostenibile.
L'Europa è esposta agli shock esterni
A dare l'allarme, stavolta, è il presidente della Banca centrale europea in persona, Mario Draghi. Quello che dobbiamo affrontare un 2016 difficile in cui «si pongono interrogativi riguardo alla direzione in cui andrà l’Europa e alla sua capacità di tenuta a fronte di nuovi shock». Draghi ha presentato ieri il rapporto annuale della BCE e nella prefazione c'era subito un riferimento alla situazione deflazionistica europea. Il dato preliminare dell’inflazione nel mese di marzo, infatti, è stato negativo: pari al -0,1%, contro un obiettivo di stare sotto, ma vicino al 2%.
L'appello di Draghi ai governi nazionali
Il presidente della Bce ha sottolineato che la crescita procede, ma troppo moderatamente e perciò è necessario uno sforzo supplementare da parte degli Stati dell'Unione. In particolare, Draghi ha puntato il dito contro il fatto che l’unione monetaria resta una «costruzione incompleta», ed è per questo che l'Europa giace in una condizione di estrema fragilità economica ed è tutt'ora esposta al rischio di shock esterni. Persiste il problema della disoccupazione, soprattutto quella giovanile: «rischiamo una generazione perduta», ha detto gravemente Draghi. L'appello, dunque, è rivolto ai singoli governi nazionali affinché portino a compimento nel più breve tempo possibile le riforme necessarie.
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