25 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Inizia oggi e si conclude giovedì la riunione del Fomc

Si avvicina decisione Fed, economisti divisi su scelte su tassi

La Banca centrale americana è chiamata a prendere una decisione difficile: alzare o meno per la prima volta dal 2006 il costo del denaro, fermo ai minimi storici da dicembre 2008. I recenti dati macroeconomici non chiariscono i dubbi.

NEW YORK - Inizia oggi e si conclude giovedì la riunione del Fomc, il comitato monetario della Federal Reserve, più attesa dell'anno. La Banca centrale americana è chiamata a prendere una decisione difficile: alzare o meno per la prima volta dal 2006 il costo del denaro, fermo ai minimi storici da dicembre 2008.
Se prima dell'estate la maggioranza degli economisti prevedeva un giro di vite a settembre, con l'approssimarsi della fatidica data le certezze sono andate scemando, complici dati macroeconomici americani non sempre convincenti e le fortissime turbolenze registrate in agosto mercati azionari internazionali, sulla scia dei timori sul rallentamento della crescita cinese.

Un sondaggio condotto da Bloomberg News conferma i dubbi: la metà degli economisti intervistati prevede un rialzo del costo del denaro giovedì, l'altra metà pensa che tutto resterà fermo. Un'indagine del Wall Street Journal, invece, sottolinea che per il 46% degli intervistati la stretta arriverà dopodomani. La percentuale era all'82% all'inizio di agosto.

Come detto i dati macroeconomici non bastano a sciogliere i dubbi: molto si è detto del rapporto in chiaroscuro sull'occupazione americana di agosto, ma anche i dati degli ultimi giorni dipingono un quadro incerto (le vendite al dettaglio, per esempio, sono cresciute, ma la produzione industriale è calata).

Al momento, i trader scommettono su un nulla di fatto (i future sui fed funds danno al 25% la possibilità di un giro di vite questa settimana), mentre economisti e analisti non sanno prendere una posizione univoca. "E' difficile prevedere cosa farà il Fomc, essenzialmente è come tirare la monetina", avevano scritto in una nota gli analisti di JPMorgan. Anche Barclays, in una nota, ha spostato in avanti le proprie previsioni e attende ora un rialzo del costo del denaro nel 2016.

Una punto su cui invece gli esperti sembrano concordare è che ci sarà un incremento della volatilità indipendentemente da quello che la Fed deciderà di fare. «Ci sarà forte volatilità, sia che alzino sia che non alzino i tassi», ha detto James Paulsen, esperto di investimenti di Wells Capital Management. Proprio la volatilità di mercato è uno degli elementi che la Fed terrà in considerazione nel prendere le proprie decisioni, soprattutto alla luce delle turbolenze delle piazze asiatiche.

La maggioranza degli americani ritiene che la Fed debba lasciare i tassi di interesse allo 0-0,25%. Stando a un sondaggio commissionato dal Center for Popular Democracy, è il 62% del campione ad esserne convinto. E questa opinione è diffusa sia tra gli intervistati democratici (66%) sia tra quelli repubblicani (57%).

(con fonte Askanews)