17 agosto 2025
Aggiornato 22:00
Ddl ratifica in Consiglio dei Ministri

Fisco, avanti su accordo Italia-Svizzera

Il protocollo d'intesa di fatto prevede lo scambio di informazioni ai fini fiscali fra Italia e Svizzera, ponendo fine al segreto bancario. Sul tavolo del Cdm anche i ddl di ratifica degli accordi con il Principato di Monaco, con la Santa Sede e il Liechtenstein.

ROMA (askanews) - Passi in avanti sul processo di ratifica dell'accordo fiscale fra Italia e Svizzera siglato lo scorso 23 febbraio dopo tre anni di trattative. Domani il Consiglio dei ministri dovrebbe esaminare, infatti, il ddl di ratifica delle convenzioni e dei protocolli fra i due paesi per facilitare la regolarizzazione dei capitali ancora nascosti nei forzieri delle banche elvetiche. Il protocollo d'intesa di fatto prevede lo scambio di informazioni ai fini fiscali fra Italia e Svizzera, ponendo fine al segreto bancario. Sul tavolo del Cdm anche i ddl di ratifica degli accordi con il Principato di Monaco, con la Santa Sede e il Liechtenstein.

L'intesa, firmata dal ministro dell'Economia Pier Carlo Padoan e il capo del Dipartimento federale delle finanze della Confederazione Svizzera Eveline Widmer-Schlumpf, è suddivisa in quattro capitoli: lo scambio di informazioni a richiesta secondo lo standard Ocse, il regime fiscale dei lavoratori frontalieri, la presenza della Confederazione elvetica nella «black list» italiane e Campione d'Italia. Al momento la formalizzazione riguarda soltanto la parte relativa allo scambio di informazioni. Per le altre questioni è stabilita una road map che fissa il percorso per i futuri negoziati. In ogni caso, i due paesi puntano a rendere efficace l'intero pacchetto entro il 2017.

Con la firma del Protocollo la Svizzera uscirà dalla «black list» dei Paesi che l'Italia considera non collaborativi in materia fiscale e sarà inclusa nelle «white list» italiane. Le autorità italiane potranno richiedere alla Federazione informazioni finanziarie, rendendo più agevole la possibilità di individuare potenziali evasori che detengono patrimoni in territorio svizzero. Si tratta di uno stimolo alla regolarizzazione da parte degli italiani che detengono capitali non dichiarati in conti svizzeri. Potranno aderire alla nuova voluntary disclosure (regolarizzazione dei capitali) senza penalizzazioni rispetto a coloro che regolarizzano capitali detenuti in altri paesi non inclusi nella «black list». La voluntary disclosure prevede, infatti, il raddoppio delle sanzioni e dei termini di accertamento per chi regolarizza capitali da paesi in lista nera. Tuttavia, la formalizzazione dell'ingresso della Svizzera nella «white list», avverrà soltanto dopo la ratifica da parte dei Parlamenti dei due Paesi del nuovo trattato sulla doppia imposizione.

L'Italia potrebbe, quindi, contare sul recupero di somme che si temevano ormai perse. Stime ufficiali non ce ne sono, ma ufficiosamente si parla di una cifra che oscilla tra i 5 e i 6 miliardi. Mancano anche stime ufficiali sulla reale entità dei soldi italiani depositati in Svizzera. Secondo l'Italia si tratta di almeno 130 miliardi di euro, secondo la Svizzera meno di 100.