7 maggio 2024
Aggiornato 16:30
Venerdì Tsipras in Parlamento e poi forse nuovo vertice a tre

Grecia, i 3 nodi che restano da sciogliere prima di un accordo

Il premier Alexis Tsipras ha deciso di presentarsi venerdì in Parlamento per riferire sullo stato delle trattative. Non sono previsti voti al termine del dibattito, tuttavia è alquanto probabile che il leader di Syriza voglia preparare la sua maggioranza a digerire un compromesso che potrebbe risultare ruvido. Se non inaccettabile

ATENE (askanews) - Sono ore febbrili sulla Grecia. Il premier Alexis Tsipras ha deciso di presentarsi venerdì in Parlamento per riferire sullo stato delle trattative. Non sono previsti voti al termine del dibattito, tuttavia è alquanto probabile che il leader di Syriza voglia preparare la sua maggioranza a digerire un compromesso che potrebbe risultare ruvido. Se non inaccettabile, in base alle promesse elettorali del movimento di sinistra. Secondo diverse fonti europee, già venerdì stesso comunque, in serata, potrebbe tenere un nuovo vertice a tre, con il presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e quello dell'Eurogruppo, Jeroen Dijsselbloem, come quello già avuto mercoledì.

Un nuovo tentativo di dirimere i nodi rimasti sul tavolo, che secondo diverse fonti sarebbero principalmente tre.

IL NODO PENSIONI - Syriza ha ripetutamente promesso che le misure draconiane con cui negli anni passati si è messo pesantemente mano ai trattamenti pensionistici non si ripeteranno. Invece in buona misura è proprio facendo leva su questa voce che i creditori internazionali pretendono vengano realizzati gli obiettivi di bilancio, che pure sono stati ammorbiditi a favore di Atene. Si chiede un aumento dell'età di pensionabile e una riduzione degli assegni, nella misura da ridurre la spesa pensionistica di 0,5 punti di Pil quest'anno, con un intervento che scatterebbe già da luglio, secondo quanto riporta Dow Jones, e dell'1 per cento il prossimo.

LA RIFORMA DELL'IVA - Un altro nodo chiave su cui permangono distanze è la riforma del regime dell'imposta sul valore aggiunto. I creditori internazionali chiedono di passare ad un sistema semplificato con due sole aliquote, all'11 e al 23 per cento. E di alzare l'aliquota sui farmaci. La Grecia vorrebbe tenere un sistema con tre aliquote, che in particolare prevede un regime di favore per le isole. Secondo Ue e Fmi questo comporterebbe minori entrate per quasi 1 punto di Pil.

STANGATA SULLE BOLLETTE - L'ultimo grande punto di attrito e nella richiesta di operare un pesante aumento sulle bollette elettriche, pari al 10 per cento. Una misura che potrebbe mettere in serie difficoltà molte famiglie, con Syriza che già prima di vincere le elezioni aveva ripetutamente parlato di «crisi umanitaria» con l'aumento della povertà, a causa dei programmi imposti in cambio degli aiuti.

Sarebbe su questi tre nodi che mercoledì Tsipras avrebbe nuovamente puntato i piedi. Sugli obiettivi di bilancio invece le distanze si sarebbero ormai ridotte. Ue e Fmi avrebbero accettato «sconti» sulle richieste di avanzo primario da realizzare in Grecia (la differenza tra entrate e uscite prima di pagare gli interessi sul debito pubblico): 1 per cento del Pil quest'anno, 2 per cento il prossimo e poi 3 per cento sul 2017 e 3,5 per cento nel 2018.

Intanto la Grecia ha preso tempo. E praticamente sul filo di lana a chiesto di accorpare a fine mese tutte le rate da pagare al Fmi, avvalendosi di una norma degli anni '70. Venerdì era in scadenza una prima rata da 330 milioni, sommata alle altre tre su giugno complessivamente dovrà pagare all'istituzione di Washington 1,6 miliardi di euro. La richiesta di accorpamento da un lato segnala che ormai le liquidità nelle casse di Atene sono veramente al lumicino, dall'altro è anche una conferma che le trattative sono ormai vicine alla fine, quale che sia.