29 marzo 2024
Aggiornato 00:30
Sono i vincitori dell'ultima edizione dell'eVolo Skyscraper Competition

I tre edifici più avveniristici (e green) di sempre

Ipertecnologici, attenti all'ambiente e alle persone e, soprattutto, incredibilmente visionari. Tutti realizzati con materiali straordinari, a volte anche per la loro estrema semplicità, hanno un obiettivo molto ambizioso: riscrivere il futuro

NEW YORK - Ipertecnologici, decisamente green e, soprattutto, incredibilmente visionari. I grattacieli che si sono aggiudicati l'ultima «eVolo Skyscraper Competition», gara dell'omonimo magazine di architettura, puntano al design più estremo coniugato a un sapiente uso dei materiali e delle soluzioni ecosostenibili più all'avanguardia.

«ESSENCE», IL GIARDINO SEGRETO IN VERTICALE - «Essence», che ha vinto il primo premio, è un edificio trasparente che sembra quasi sospeso in aria: incastonato nel grigio inquinamento di una metropoli intasata, è una sorta di giardino segreto in verticale che unisce meravigliosamente architettura e natura. L'idea di base del progetto è quella di posizionare elementi non-architettonici all'interno di un tessuto urbano. Il corpo principale dell'edificio è suddiviso in 11 paesaggi naturali che hanno lo scopo di formare una sequenza ambientale aperta al pubblico, che comprende ampie planimetrie aperte che danno vita a spazi spettacolari, con pavimenti in acqua, acquari sollevati fino a 30 metri dal suolo e vere e proprie giungle. I paesaggi possono diventare una serie di percorsi diversi dedicati ai differenti tipi di avventura: un oceano, una giungla, una grotta o una cascata stimolano una gamma soggettiva e complessa di esperienze visive, acustiche, termiche, olfattive e motorie.

IL GRATTACIELO-SLUM  «SHANTY-SCRAPER» PENSATO PER I PESCATORI INDIANI - Lamiere ondulate, tubi, materiali di scarto, legni di recupero e paglia compongono invece la struttura di «Shanty-Scraper», il progetto indiano che ha conquistato il secondo gradino del podio. Si tratta di un grattacielo dalle sembianze post-industriali proprio per via dell'impiego di materiali originali, che richiama volutamente un'immagine di decadenza contemporanea che ha senza dubbio un certo fascino, seppur discutibile. Costruito sulla spiaggia a due passi dal mare per ospitare i pescatori dello slum di Nochikuppam, presenta anche degli spazi di aggregazione sociale. Il trasporto verticale è reso possibile da una serie di ascensori che si azionano con semplici leve e carrucole. Alla base troviamo una membrana in legno arricchita con dei tendoni che ospita il mercato alimentare e costituisce il primo livello di difesa contro un eventuale tsunami. Il grattacielo serve come punto di osservazione per i pescatori per misurare il livello delle acque nelle situazioni ad alto rischio e durante le emergenze.

IL PROBLEMA SOVRAFFOLLAMENTO IN INDIA - Un'idea che qualcuno potrebbe definire bizzarra quella di realizzare un grattacielo che ha le sembianze di un unico grande blocco verticale di slum proprio dove gli slum sono la regola. Eppure a molti è sembrata straordinaria. In India la popolazione dovrebbe salire a 104 milioni, il 9% della popolazione nazionale, entro il 2017. La disparità tra ricchi e poveri è enormemente cresciuta e il numero di persone che vive sotto la soglia di povertà, cioè con meno di un dollaro al giorno, è raddoppiato negli ultimi dieci anni. Lo slum di Nochikuppam ospita 5mila famiglie di pescatori che vivono in meno di 1.500 baracche, il che che lo rende la terza più grande baraccopoli delle metropoli indiane. Per far fronte alla rapidissima urbanizzazione, dopo il fallimento totale da parte del governo di regolarizzare questi spazi e costruire case di ringhiera di reinsediamento, l'unica risposta indiretta del governo è stata la costruzione di colonie di reinsediamento su larga scala alla periferia della città, cosa che alla gente non è affatto piaciuta perché è stata spostata a oltre 30 km dai centri in cui avevano trovato lavoro. Il risultato è stato che il 20% di queste case è rimasta sfitta e oltre il 50% dei beneficiari originali se n'è andato.

«CYBERTOPIA», MONDI FISICI E DIGITALI SI UNISCONO - «Cybertopia» infine è il progetto che ha conquistato la terza posizione: avveniristico e utopico all'ennesima potenza, immagina il futuro delle città come una combinazione tra mondi fisici e digitali, una città che cresce e si trasforma istantaneamente in base alle esigenze degli abitanti, reinventando di volta in volta anche i modelli abitativi. In questo scenario le parole d'ordine non possono che essere dinamicità e flessibilità, che, per capirci, consentono agli inquilini di ordinare una nuova stanza, realizzandola quasi in tempo reale con speciali droni e avanzatissime stampanti 3D. Gli spazi delle aree digitali del futuro violano di continuo leggi fisiche e meccaniche perché sono estranee allo spazio reale. E questo, in fondo, è il futuro in megalopoli superdense di cose e persone.