2 maggio 2024
Aggiornato 10:00
Soddisfazione da parte delle associazioni dei consumatori

Indagine Antitrust su Acea Energia, Hera Comm, Eni e BeeTwin

L'Autorità garante della concorrenza e del mercato verificherà se le 4 compagnie hanno avuto pratiche commerciali scorrette quali «l'attivazione di forniture non richieste di energia elettrica e/o gas», ma anche «comunicazione di informazioni ingannevoli od omissive» e se hanno posto in essere ostacoli «all’esercizio del diritto di ripensamento».

ROMA – L'Antitrust verificherà se Acea Energia, Hera Comm, Eni e BeeTwin hanno avuto pratiche commerciali scorrette nei confronti dei loro clienti, quali «l'attivazione di forniture non richieste di energia elettrica e/o gas». L'Autorità garante della concorrenza e del mercato ha fatto sapere inoltre che le istruttorie nei confronti delle quattro società di fornitura di energia sono legate anche alle pratiche di «comunicazione di informazioni ingannevoli od omissive». Infine il Garante verificherà se le aziende hanno posto ostacoli «all’esercizio del diritto di ripensamento».

SODDISFATTE ASSOCIAZIONI CONSUMATORI - La notizia è stata accolta con favore da parte del Movimento dei Consumatori, che ha ricordato che l'Antitrust ha agito «in ragione del numero elevato di istanze pervenute» dalle associazioni dei consumatori. Soddisfazione anche per il Movimento difesa del Cittadino, che ha sottolineato che l'applicazione delle nuove norme del Codice del Consumo «riconoscono all'Antitrust pieni poteri a tutela dei consumatori nella giungla dei mercati liberi di energia elettrica e gas». Il vicepresidente, Francesco Luongo, ha dichiarato: «Esprimiamo grande soddisfazione per questa prima applicazione delle nuove norme del Codice del Consumo che riconoscono all’Antitrust pieni poteri a tutela dei consumatori nella giungla dei mercati liberi di energia elettrica e gas e dopo il sostanziale fallimento dell’Autorità per l’energia. Risultati deludenti del Garante dell’energia particolarmente gravi se, nonostante gli 8 milioni e mezzo di euro pagati solo nel 2013 per lo Sportello del Consumatore, non è riuscito a incidere sulle pratiche commerciali scorrette degli operatori, spesso addirittura incentivate a causa delle comunicazioni all’utenza scritte in perfetto burocratese».