19 marzo 2024
Aggiornato 05:00
La classifica della green economy 2014 stilata da Fondazione Impresa

Ecco le Regioni più green. Con qualche sorpresa...

In quanto a economia verde l'Italia non è spaccata in due ma presenta una situazione a macchia di leopardo. Domina la classifica il Trentino, ma ai primi posti ci cono Regioni inaspettate

ROMA - Italia Paese eternamente diviso tra Nord e Sud? No, almeno per quanto riguarda l'attenzione all'ambiente e alle energie alternative. La classifica della green economy 2014 stilata da Fondazione Impresa restituisce la fotografia di un’Italia a macchia di leopardo, dove i classici squilibri Nord-Sud vengono superati e dove l’economia verde è patrimonio di tutti: ai primi 10 posti della classifica, infatti, si trovano 4 regioni del Nord (Trentino Alto Adige 1°, Valle d’Aosta 3°, Veneto 9° ed Emilia Romagna 10°), 3 del Centro (Marche 2°, Toscana 5° e Umbria 7°) e 3 del Mezzogiorno (l’Abruzzo è 4° ad un passo dal podio, la Basilicata è al 6° posto e la Calabria all’8°).

IL PODIO: TRENTINO, MARCHE E VAL D'AOSTA - La regione più green d'Italia è il Trentino, che domina la classifica grazie ad un rendimento efficiente nella maggioranza degli indicatori green. In più di un terzo degli indicatori (8 su 21) si posiziona sempre nelle prime 3 posizioni e solamente in 4 casi scende sotto metà classifica. In più, si conferma leader assoluto nelle detrazioni fiscali per gli interventi di riqualificazioni energetica (51,5 ogni 1.000 abitanti, più del doppio della media italiana che si «ferma» a 24,1) e per qualità ambientale dei prodotti (56,1 licenze ecolabel ogni 100 mila imprese contro il 6,0 del caso Italia). Le Marche si piazzano al secondo posto ma godono di due leadership assolute: la regione fa registrare sia la potenza solare-fotovoltaica in conto energia installata più elevata d’Italia (654,8 Kw ogni mille abitanti) sia il più elevato numero di punti vendita di prodotti biologici (16,0 ogni 100 mila abitanti). Qui funzionano molto bene la raccolta differenziata (4° posto, nel 2013 ha superato il 55%) e gli alloggi-agrituristici. La Valle d'Aosta conquista il terzo gradino del podio con ben 4 primi posti assoluti: energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili, carbon intensity, qualità ambientale delle imprese e più bassa percentuale di famiglie che dichiarano sporcizia nelle strade: 12,1%, contro il 28,6% della media italiana.

LA SORPRESA CALABRIA - Colpisce, e non poco, l'8° posto della Calabria, che per una volta, rispetto alle classifiche socio-economiche non è fanalino di coda. Anzi, dal punto di vista della green economy, risulta leader del biologico: per operatori nel biologico (361,9 ogni 100 mila abitanti contro 86,2 dell’Italia) e per percentuale di superficie agricola coltivata in modo biologico (25,2% contro 10,2% della media italiana). La performance calabrese potrebbe ancora migliorare praticando alcuni sforzi sul tema dei rifiuti, dove compare nel fondo della classifica: 19° per raccolta differenziata e 18° posto sia per percentuale di rifiuti in discarica sia per sporcizia nelle strade.

LA PERFORMANCE DELLE REGIONI DEL CENTRO - Le regioni del Centro Italia confermano i propri standard. La Toscana (5°) conta il primato per il risparmio energetico ottenuto attraverso i certificati bianchi e un terzo posto per qualità ambientale dei prodotti. Non ci sono altre eccellenze ma quello che colpisce è l’ottima costanza di rendimento. L'Umbria va forte in quanto ad alloggi agri-turistici (leadership con 5,9 ogni 10 mila arrivi turistici) e per punti vendita bio. Veneto, Emilia Romagna e Piemonte presentano un risultato migliore della media italiana e, in questo senso, si «salvano». Il Veneto primeggia nella differenziata (64,6%) e nella dotazione di parcheggi. L’Emilia si scontra con un ultimo posto in quanto a merci in ingresso e in uscita, 36,3 tonnellate per abitante, un valore circa doppio rispetto a quanto fatto registrare dalla media italiana, e un penultimo per utilizzo dei mezzi di trasporto (appena il 13,5% contro il 20,7% del caso Italia). Il Piemonte si piazza bene in quanto a detrazioni fiscali per la riqualificazione energetica (3° posto con 43,1 ogni 1.000 abitanti) e risparmio energetico certificato con i certificati bianchi (3° posto).

LA «BLACK LIST» - Mentre la Lombardia arranca, soffrono decisamente Puglia e Campania. Entrambe scontano una prevalenza di posizionamenti nelle parti basse delle classifiche (in 13 indicatori su 21) ma mentre la Puglia può contare su più posizionamenti favorevoli (3 secondi posti negli indicatori potenza solare-fotovoltaica installata, qualità ambientale dei prodotti e risparmio energetico certificato con i certificati bianchi), la Campania presenta solo un 1° posto per merci in ingresso/uscita su strada ed è fanalino di coda in 3 indicatori: punti vendita bio, detrazioni fiscali 55% e qualità ambientale prodotti. La "black list" è formata infine da Lazio e Sicilia. Per ben 15 volte il Lazio risulta nelle parti basse della classifica. Ultimo posto per la Sicilia, che in 3 indicatori è fanalino di coda: risparmio energetico certificato, qualità ambientale delle organizzazioni e raccolta differenziata.