31 luglio 2025
Aggiornato 08:30
Botta e risposta dopo la direzione

Camusso respinge la mano tesa di Renzi

La leader della Cgil guarda con sospetto alla proposta del premier di riprendere la concertazione e boccia anche l' ipotesi di portare il Tfr in busta paga. Il presidente del Consiglio attacca :«la gente sta come« e Camusso replica: «lasciamo che si illuda, è giovane«.

ROMA - Parte con un botta e risposta al vetriolo l'annuncio di Matteo Renzi, dato in direzione del Pd, di voler riaprire le porte di Palazzo Chigi al dialogo con i sindacati e al ritorno alla concertazione.

Nelle ore successive alla riunione di via del Nazzareno c'è stato infatti tutto un crescendo di sberleffi e di contestazioni fra il segretario generale della Cgil e il Presidente del Consiglio, che è culminato in serata con l'affermazione di Renzi fatta a Ballarò in cui ha sostenuto «La gente sta con me, non con i sindacati», che ha provocato la reazione vagamente offensiva di Susanna Camusso, che ha replicato: «dice che la gente sta con lui? Lasciamoglielo credere, è giovane».

Può essere questo scambio di «cortesie» un buon viatico per avviare una ripresa di quella concertazione che ebbe una largo seguito ai tempi di Carlo Azeglio Ciampi?

Ora come ora ogni dubbio è più che giustificato. Inoltre è proprio la concertazione la cosa che Susanna Camusso ha chiaramente detto di non gradire. O perlomeno la concertazione come, secondo la leader sindacale, la intende Matteo Renzi
«Il presidente del Consiglio, Matteo Renzi, ha annunciato di voler riaprire la sala verde per incontrare i sindacati, ma in realtà ha detto loro di 'non allargarsi troppo'. Infatti il suo tratto caratteristico è quello 'legislativo': si legifera su ogni cosa e questo accanimento terapeutico sottrae funzioni alla contrattazione». Questa la risposta del segretario generale della Cgil, alla mano tesa del premier.

LA SALA VERDE PER NOI È NERA- Susanna Camusso nel suo intervento ad un convegno sulla riforma della pubblica amministrazione.che si è tenuto a Bologna, è poi tornata sul tema della contrattazione, anche a seguito delle aperture arrivate ieri dal premier nel corso della direzione del Pd. «Ieri hanno detto che riaprono la sala verde, ci hanno anche dato l'ordine del giorno, perché nessuno pensi di allargarsi e di discutere delle questioni generali del paese perché questo non è dato» ha lamentato il segretario.

ACCANIMENTO TERAPEUTICO LEGISLATIVO - La delega sulla riforma della P.A. e del lavoro, secondo il segretario della Cgil «hanno lo stesso tratto di un'idea tutta legislativa che sottrae funzioni alla contrattazione»; un'impostazione «non solo centralista in continuità con gli anni precedenti, ma c'è anche un accanimento terapeutico per la legislazione: stiamo legiferando su ogni cosa poi è complicato sostenere che semplifichiamo le procedure e la burocrazia quando ogni giorno si propone qualche tonnellata di leggi su qualunque cosa».

A PAGARE SONO SEMPRE I LAVORATORI - Camusso si è poi scagliata contro chi accusa i sindacati di essere i 'poteri forti' che ostacolano le riforme del governo in Italia. «Saranno i lavoratori e le organizzazioni sindacali i poteri forti - ha chiesto - o sono quelli che in questi sei anni hanno continuato a guadagnare, a fare gli appalti al massimo ribasso, hanno esercitato la corruzione e aumentato il lavoro nero?». In Italia «siccome non ci sono risorse - ha proseguito - quelli che hanno pagato si chiamano salari dei lavoratori, pubblici e privati, che sono la vera leva su cui si è risparmiato. Questo Paese ha risparmiato sulle pensioni e sui salari, i ricchi hanno continuato ad accrescere la loro ricchezza».

CAZZOLA: IL TFR DIVENTERÀ CARTA IGIENICA - Pur di andare contro Renzi la leader della Cgil ha sposato la causa di un ex Berlusconiano come l'economista Giuliano Cazzola, che ha accusato Matteo Renzi di voler trasformare in carta igienica la liquidazione dei lavoratori attraverso il tentativo in corso di portare il Tfr in busta paga.

CAMUSSO: RENZI IMPOVERISCE I PIÙ DEBOLI - Più che fare «annunci roboanti» su un piano per il trasferimento del Tfr in busta paga, Renzi dovrebbe «pensare concretamente a come si evita di impoverire ancora» i lavoratori, è stato il giudizio sferzante di Susanna Camusso sul capitolo Tfr aperto da Renzi. 

LA DELUSIONE DEL PREMIER - Probabilmente il presidente del Consiglio non si aspettava baci e abbracci dopo quelle che in molti (soprattutto Renato Brunetta) hanno giudicato una apertura ai sindacati e alla minoranza del Pd. Ma forse la veemenza della Camusso ha colto di sorpresa Matteo Renzi il quale, prima ha risposto con l'ironia ai propositi bellicosi della Cgil: «Quando la Cgil sarà in piazza, mi sembra che hanno detto il 25 ottobre, noi saremo a fare la Leopolda. Ci hanno anche risolto il problema di chi ci fa la manifestazione contro...», ha commentato a Ballarò.
Poi è passato al contratacco: «Ho grande rispetto per i sindacati ma dove erano negli anni in cui i diritti dei ragazzi venivano cancellati?», ha rilanciato chiamando direttamente in causa la Cgil.

VADO AVANTI CON IL TFR - Il presidente del Consiglio ha poi confermato di voler andare avanti, nonostante le critiche, con il progetto di portare in busta paga il Tfr.
«Il Tfr - ha precisato - così com'è c'è praticamente solo in Italia», ma «la preoccupazione è che se diamo il Tfr subito in busta paga ci sia un problema di liquidità per le piccolissime imprese, le grandi ce la fanno. Allora sulla base di questo stiamo ragionando sul fatto che l'Abi, l'associazione delle banche, possa dare i soldi che arrivano dall'Europa, quelli che chiamiamo i soldi di Draghi, esattamente alle piccole imprese per garantire liquidità: questo garantirebbe al lavoratore di avere un po' più di soldi da spendere».

GRAZIE, D' ALEMA - Infine il premier non si è risparmiato una stoccatina velenosa nei confronti di Massimo D'Alema: «Ogni volta che D'Alema parla guadagno un punto percentuale nei sondaggi... Se non ci fosse andrebbe inventato».