26 aprile 2024
Aggiornato 05:30
Balzo in avanti delle esportazioni della Germania

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Le esportazioni a luglio hanno per la prima volta in assoluto hanno oltrepassato la soglia psicologica dei 100 miliardi di dollari. Nen l'8,5 per cento in più rispetto allo stesso mese del 2013 (93,1 miliardi). Nel frattempo le importazioni hanno segnato un incremento più moderato e in questo modo anche il surplus commerciale tedesco ha stabilito un record mensile, toccando 23,4 miliardi di euro.

BERLINO - Balzo in avanti delle esportazioni della Germania, che a luglio per la prima volta in assoluto hanno oltrepassato la soglia psicologica dei 100 miliardi di dollari. Secondo l'agenzia di statistica federale, Destatis, hanno raggiunto 101 miliardi, ben l'8,5 per cento in più rispetto allo stesso mese del 2013 (93,1 miliardi). Nel frattempo le importazioni hanno segnato un incremento più moderato, più 1 per cento a 77,6 miliardi di euro e in questo modo anche il surplus commerciale tedesco ha stabilito un record mensile, toccando 23,4 miliardi di euro.

E un'altra indicazione che emerge da questi dati è che la Germania appare chiaramente tra i beneficiari dei recenti cali dell'euro, iniziati a fine primavera quando la Bce si è via via sempre più orientata ad ammorbidire la sua linea di politica monetaria, in risposta al deterioramento del quadro economico dell'area valutaria e della debolezza dell'inflazione. Una strategia che ha sollevato molte critiche proprio in Germania, ancor più dopo il recente nuovo taglio dei tassi accompagnato da altri provvedimenti accomodanti.

Secondo i dati Destatis l'export tedesco verso i paesi dell'Unione europea extra euro ha segnato una impennata del 15,9 per cento, mentre le esportazioni verso i paesi dell'Unione valutaria un più moderato più 6,2 per cento. L'export verso i paesi extra UE, a 44,1 miliardi, ha invece registrato un più 7,2 per cento. Dinamica, quest'ultima, che riflette un certo indebolimento delle importazioni di alcuni grandi partner, come la Cina che proprio oggi ha a sua volta diffuso dati sul commercio con l'estero.

A partire da metà maggio scorso circa, l'euro ha iniziato una flessione che da oltre quota 1,39 sul dollaro cui si trovata di recente lo ha visto calare fin sotto quota 1,30. Giù a luglio i cali erano stati sensibili, con circa 1,37 a inizio mese e 1,34 alla conclusione. Lo scorso giugno la BCE ha tagliato i tassi di interesse di 10 punti base, e altrettanto ha fatto a inizio settembre portando il principale riferimento sul costo del danaro di Eurolandia quasi a zero (0,05 per cento). I tassi di interesse più bassi tendono a favorire i cali della valuta di riferimento, e questo a sua volta rende più competitive le esportazioni verso tutti i paesi che usano altre divise.

Questa dinamica trova conferme anche nei dati depurati dagli effetti della stagionalità, che vengono utilizzati per fare il paragone con il mese precedente. In questo caso, sempre secondo Destatis, l'export totale tedesco, a 98,2 miliardi di euro ha registrato un incremento del 4,7 per cento (tra giugno e luglio quindi). Mentre le importazioni, a 76,1 miliardi, hanno addirittura registrato una flessione pari all'1,8 per cento.

Sull'insieme dei primi sette mesi dell'anno la Germania ha esportato beni per 659,4 miliardi, il 3,3 per cento in più dell'anno prima. L'import è cresciuto del 4 per cento a 536,6 miliardi. L'avanzo commerciale accumulato in sete mesi è di 122,8 miliardi, dai 114,2 miliardi di un anno prima.