19 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Patto europeo di stabilità

Schaeuble smentisce Merkel

Non sembra per nulla aperturista la linea del ministro delle Finanze della Germania, Wolfgang Schaeuble in una intervista a Inforadio. «Bisogna attenersi alle regole che abbiamo deciso assieme, ne' più ne meno», ha aggiunto.

BERLINO - Ammorbidire il Patto europeo di Stabilità e di crescita, consentendo ai paesi di accumulare nuovi debiti "sarebbe il peggiore errore che si possa fare". Non sembra per nulla aperturista la linea del Ministro delle Finanze della Germania, Wolfgang Schaeuble in una intervista a Inforadio.
«Bisogna attenersi alle regole che abbiamo deciso assieme, né più ne meno», ha aggiunto.

La linea del responsabile delle Finanze trova supporto, in Germania, anche nelle dichiarazioni del capo della Bundesbank, la Banca centrale. «Non ci serve un indebolimento delle regole di bilancio - ha detto Jens Weidmann al Sueddeutsche Zeitung - è una doccia fredda constatare che appena la pressione dei mercati si allenta, emergono richieste di ammorbidimento delle regole».

Il tutto all'indomani di dichiarazioni attribuite al portavoce della cancelleria della Germania Angela Merkel, Steffen Seibert interpretate come una apertura verso più flessibilità nel Patto da buona parte della stampa italiana, dove sono state riportate con enfasi, ma di cui è difficile trovare tracce sulla stampa estera. Peraltro solo pochi giorni fa, il 18 giugno, la stessa Merkel aveva affermato che "non vi è alcuna necessità di modificare il Patto di stabilità", dato che l'attuale accordo offre sufficienti garanzie di flessibilità.

In Germania comunque la linea dell'intransigenza è contrastata dal ministro dell'Economia, il social democratico Sigmar Gabriel, che di recente si è invece mostrato favorevole, in riferimento alla Francia, a concedere tempi più lunghi sul risanamento mentre si effettuano riforme strutturali. Ma Schaueble ha tagliato corto: «quello che ha detto (Gabriel) è sicuramente interessante, ma il Consiglio europeo si terrà giovedì», e la sede per decidere è quella.