Segnali in chiaroscuro sull'attività economica delle imprese europee
Se da un lato si conferma il rallentamento della recessione, dall'altro il miglioramento si è rivelato di una portata inferiore a quanto inizialmente stimato per il settore dei servizi
BRUXELLES - Segnali in chiaroscuro dalle ultime indagini sull'attività economica delle imprese: se da un lato si conferma il rallentamento della recessione, dall'altro il miglioramento si è rivelato di una portata inferiore a quanto inizialmente stimato per il settore dei servizi. Questo il quadro fornito dall'indagine tra i responsabili degli approvvigionamenti, elaborata dalla società di ricerche e informazioni finanziarie Markit.
L'indice generale, relativo ad aziende di manifatturiero e terziario, è salito a 48,7 punti a giugno, dai 47,7 punti di maggio, ma alla fine è risultato inferiore ai 48,9 punti indicati nella stima iniziale. Peraltro resta inferiore ai 50 punti, la soglia limite tra crescita e calo dell'attività.
Il dato è stato completato oggi con i valori relativi alle imprese dei servizi, per cui il Purchasing managers index è lievemente migliorato a 48,3 punti, dai 47,2 di maggio, mentre la stima preliminare aveva dato un rafforzamento a 48,6 punti. E per le imprese dei servizi dell'Italia la situazione è addirittura peggiorata, con il relativo indice Pmi calato a 45,8 punti a giugno dai 46,5 di maggio. Una dinamica che mette in evidenza un forte tasso di contrazione, secondo l'indagine.
Per il diciottesimo mese consecutivo a giugno si sono registrate perdite di posti lavoro nel settore terziario dell'eurozona, rileva poi Markit con un comunicato, con un tasso di riduzione identico a quello di maggio. In base a questi dati «è probabile che il tasso d'espansione economica nella regione in totale rimanga debole finché non migliorerà ulteriormente la fiducia da parte delle aziende - ha commentato il capo economista di Markit, Chris Williamson - e che i livelli di disoccupazione comincino a diminuire rispetto all'attuale e preoccupante livello record di 12,2 per cento».
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