23 aprile 2024
Aggiornato 11:30
Il presidente di Italia Lavoro in alternativa propone il sostegno al reddito

Reboani: no al salario minimo garantito

Il responsabile dell’agenzia tecnica del ministero del Lavoro boccia gli aiuti a pioggia e chiede interventi mirati per fasce di lavoratori, famiglie e individui in difficoltà

ROMA - Il presidente di Italia Lavoro invita a porre i temi dell'occupazione in cima all'agenda della contesa elettorale, e lo fa in un'ottica europea.

«No al salario minimo garantito» - Secondo Reboani, l'istituzione di un salario minimo in tutti i paesi UE «negherebbe le caratteristiche istituzionali di ogni mercato del lavoro e renderebbe marginale la contrattazione e il ruolo delle parti sociali».

«Ci vuole un’ Europa più vincolata ai temi del lavoro» - Ha però il merito di sottolineare la dimensione sociale dell’Europa, recepita peraltro, proprio sulla spinta del Consiglio, nel mandato del presidente Van Rompuy per la costruzione di un Unione Europea più vincolante. Reboani ritiene più coerente con l’assetto europeo un sistema di sostegno al reddito «che abbia una base comune e su cui poi gli Stati membri possano agire a completamento».

«Interventi legati alle politiche attive nazionali» - Il Fondo Sociale Europeo si presterebbe bene per un utilizzo solidale, a vantaggio delle aree con il livello più alto di disoccupazione. Non si tratta di fissare compensi per legge, ma di progettare interventi finanziati dall'Europa, collegati con le politiche attive vigenti in ciascun Paese.»