26 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Mercati finanziari

Milano chiude al -2,2%, spread sopra 350

Intervenendo da Oslo, dove si trovata per la cerimonia di consegna del Nobel per la pace all'Ue, Monti ha usato toni rassicuranti, invitando a non drammatizzare le reazioni dei mercati e affermando che non bisogna temere vuoti di decisioni nella penisola

ROMA - Si è conclusa in pesante ribasso, in parte ridimensionato sul finale di seduta, la giornata dei mercati in Italia: al termine delle contrattazioni il Ftse-Mib ha lasciato sul terreno un 2,20 per cento, il calo più forte di tutta Europa. Fin dalle prime battute oggi Borsa e titoli di Stato hanno bruscamente reagito con molta negatività all'annuncio delle prossime dimissioni da parte del presidente del Consiglio Mario Monti, a seguito del venir meno del sostegno da parte del Pdl con la ridiscesa in campo di Silvio Berlusconi. Non hanno aiutato poi i dati sulla produzione industriale di ottobre, che hanno riservato un calo peggiore del previsto. A metà giornata il Ftse-Mib era arrivato a cedere più del 3,60 per cento.

Già dai primi scambi si sono innescate pesanti cadute di tutti i maggiori titoli bancari, tanto da far scattare varie sospensioni delle contrattazioni per eccesso di ribassi, anche su altre blue chip, mentre gli sviluppi italiani hanno finito per trainare al ribasso tutte le maggiori Borse europee, sebbene con flessioni più moderate.

Nel frattempo sono piovute vendite anche sulle emissioni pubbliche della penisola, facendone immediatamente impennare rendimenti e conseguentemente anche gli spread rispetto ai titoli tedeschi. Il differenziale tra Btp decennali e Bund è arrivato a toccare quota 364 punti base, ovvero 3,62 punti percentuali, laddove venerdì scorso in chiusura si era fermato attorno a 322 punti base. I rendimenti lordi dei Btp, che su queste emissioni sono in un rapporto inversamente proporzionale con il prezzo, dal 4,50 per cento circa.

Intervenendo da Oslo, dove si trovata per la cerimonia di consegna del Nobel per la pace all'Ue, Monti ha usato toni rassicuranti, invitando a non drammatizzare le reazioni dei mercati e affermando che non bisogna temere vuoti di decisioni nella penisola. Tuttavia ha anche messo in guardia dai rischi di «derive polulistiche». Intanto la stampa finanziaria internazionale ora torna a guardare con preoccupazione il quadro italiano, e l'impennata dei tassi con l'annuncio di imminenti dimissioni di Monti sono subito finiti in cima ai siti internet di Financial Times e Wall Street Journal.

Preoccupazione che si riflettono anche nelle parole di vari esponenti dell'Unione europea. La Commissione europea, il cui presidente Jose Manuel Barroso era a sua volta a Oslo per ritirare il Nobel sulla Pace all'Ue - pur dicendo di non voler commentare gli ultimi sviluppi politici nella penisola ha detto che all'Europa «serve una Italia forte e stabile», richiamando la necessità di proseguire le riforme avviate dal governo Monti.

Sulla stessa lunghezza d'onda Joerg Asmussen, componente tedesco del Comitato esecutivo della Bce, che ha parlato a sua volta della necessità di proseguire le riforme. Mentre un altro tedesco, il direttore del fondo salva Stati europee, l'Efsf, Klaus Regling, in una intervista alla Sueddeutsche Zeitung ha affermato di «temere per l'instabilità dell'Italia».

Gli sviluppi politici in Italia hanno indebolito tutti i mercati azionari Ue, che tuttavia hanno recuperato nel pomeriggio. Parigi ha chiuso al più 0,09 per cento, Francoforte al più 0,17 per cento, Londra più 0,12 per cento. In moderato calo anche l'euro che si attesta appena a 1,2928 dollari. In moderato rialzo Wall Street, a tarda mattina il Dow Jones segna più 0,20 per cento.

Il presidente francese Francois Hollande si è detto ottimista sul futuro dell'Italia. «Sono convinto che quanto accaduto permetterà all'Italia di avere un governo stabile dopo le elezioni del mese di febbraio. Mi è sembrato che Monti non sia affatto abbattuto, anzi, al contrario che abbia voglia di impegnarsi per il suo Paese». E questa visione positiva sui nuovi scenari che si aprono anche attorno alle future mosse di Monti suscitano ipotesi incoraggianti anche tra gli analisti di alcune grandi banche, come Credit Suisse e Mediobanca.

ca di venerdì scorso sono schizzati fino a sfiorare il 4,90 per cento, risalendo sui massimi da metà novembre. In serata lo spread si attesta a 351 punti base.