Crisi, massicce dismissioni delle banche UE. E l'FMI rivede le stime al rialzo
Secondo le previsioni del Fondo Monetario Internazionale se i Paesi non attuano il risanamento il deleveraging sarà più massiccio
ROMA - Le banche europee stanno continuando a dismettere massicciamente attività, costrette dalla crisi e dalle strette normative imposte dalle autorità Ue, e il Fondo monetario internazionale ha rivisto al rialzo le stime sulla portata che questa enorme operazioni di «deleveraging» - in pratica smobilizzo di attività creditizie - sta avendo sul panorama bancario europeo. Nello scenario di base previsto nel Global Financial Stability Report, viene stimato che le banche dismetteranno attività per 2.800 miliardi di euro, il 7,3 per cento del totale degli attivi e 200 miliardi in più rispetto a quanto previsto nell'edizione dello studio sei mesi fa.
Questo in riferimento al periodo tra il terzo trimestre del 2011 e la fine del 2013. Il Fmi ha anche elaborato uno scenario più pessimistico, quello che si avrebbe se le politiche di risanamento dei conti e riforme sulle quali i paesi si sono impegnati non venissero pienamente attuate: in quel caso l'ammontare delle dismissioni salirebbe a 4.500 miliardi di euro.
Tuttavia ci sta anche uno scenario più ottimistico, mentre «le recenti iniziative assunte dalla Bce hanno aiutato a migliorare la fiducia». Nello scenario di piena attuazione delle misure previste le dismissioni di attività da parte delle banche si limiterebbero a 2.300 miliardi di dollari, secondo il Fmi.
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