25 aprile 2024
Aggiornato 12:30
La riforma del mercato del lavoro

Ddl lavoro: Alfano, è l'ultima volta che ci adeguiamo

Il Segretario del PDL: Perché non si può chiederci l'approvazione di fronte a bocciatura. Fedriga (Lega): Non piace ma la maggioranza si tura il naso e vota. Fassina: Fornero non capisce i lavoratori, le do 6 meno. Di Pietro: Ormai è la commedia degli equivoci

BRESCIA - Il segretario del Pdl, Angelino Alfano, conferma il voto favorevole del suo partito alla riforma del mercato del lavoro proposta dal governo, ma sottolinea che si tratta dell'ultima volta in cui si adegua alle richieste di Palazzo Chigi non condividendo gran parte del provvedimento. «E' l'ultima volta che ci adeguiamo - ha detto Alfano a margine del Festival del lavoro in corso a Brescia - perché è impossibile, di fronte al capo degli industriali che dice che è una boiata, ai consulenti del lavoro e a tantissime altre sonore bocciature, che ci si chieda di approvarla comunque».
Alfano ha sottolineato che il vertice europeo del 28 giugno, prima del quale il premier Monti intende avere la riforma approvata, «ha un'importanza strategica, ma non ci adegueremo un'altra volta. Non intendiamo fare il bis».

Belisario (IdV): La fiducia è un colpo di grazia ai diritti - «Il percorso della riforma del lavoro è ormai segnato, così come il destino dei lavoratori. Questo governo riuscirà ad incassare il sì al pasticciato provvedimento solo con l'ennesimo voto di fiducia, che in realtà ha dovuto quadruplicare a causa dei mal di pancia della sgangherata maggioranza che lo sostiene. Il governo si fa in quattro per dare il colpo di grazia ai diritti dei lavoratori». Lo ha affermato in una dichiarazione il capogruppo dell'Italia dei valori a Palazzo Madama,Felice Belisario.

Fedriga (Lega): Non piace ma la maggioranza si tura il naso e vota - «Non c'è partito della maggioranza che non abbia mosso critiche, anche pesantissime, alla riforma del lavoro della Fornero. Non piace a nessuno, eppure si tureranno il naso e la voteranno con buona pace di lavoratori ed esodati. Pd e Pdl a parole dicono una cosa e poi fanno esattamente il contrario». Lo ha affermato Massimiliano Fedriga, capogruppo della Lega Nord in commissione Lavoro della Camera.

Di Pietro: Ormai è la commedia degli equivoci - «Ormai sulla riforma del mercato del lavoro siamo alla commedia degli equivoci. Non solo Confindustria la definisce una boiata e i sindacati si oppongono, ma il Pdl dice che non va bene e il Pd è insoddisfatto, eppure entrambi voteranno a favore». Lo scrive il presidente dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, sulla sua pagina Facebook, a quanto riportato da un comunicato. «C'è una schizofrenia generale e una dissociazione dal Paese reale, che rende ancora più forte la nostra opposizione a questo scellerato provvedimento sui licenziamenti facili, che fa carta straccia dei diritti dei lavoratori. L'IdV si batterà contro questo scempio, che svuota definitivamente l'art.1 della Costituzione».

Fassina: Fornero non capisce i lavoratori, le do 6 meno - «La Fornero crea problemi che poi noi dobbiamo risolvere, come nel caso degli esodati sui quali è dovuto intervenire il presidente del Consiglio». Lo dice Stefano Fassina, responsabile economico del Pd, alla 'Zanzara' su Radio 24. Che voto le darebbe finora, chiedono i conduttori? «Una sufficienza scarsa, un sei meno. Il ministro conosce poco il mercato del lavoro e non ha consapevolezza della condizione dei lavoratori. E' ancorata a una vecchia idea: più è facile licenziare, più si crea lavoro. Tutto sbagliato. Non è certo il mio ministro ideale».

Treu: Aggiusteremo l'articolo 18 - L'ex ministro del Lavoro Tiziano Treu non risparmia critiche nei confronti del disegno di legge di riforma del mercato del lavoro, ma ne auspica comunque l'approvazione rapida in vista di una successiva modifica. Intervenuto durante un dibattito al Festival del lavoro di Brescia, Treu si è detto «imbarazzato» da come è stata scritta la norma. «È venuta fuori una disposizione pasticciata», ma «spero che una volta passata questa cosa - ha proseguito riferendosi alla modifica dell'articolo 18 dello Statuto dei lavoratori -, che non è perfetta ma che per l'Europa è meglio di prima, ci rilasseremo e poi la miglioreremo».