Primo maggio: Napolitano, lavoro a giovani. Sindacati: Monti cambi
Preoccupato e teso il Primo maggio che è andato in scena in tutta Italia e che ha riproposto uno dopo l'altro i temi dell'agenda politica: dalla riforma del mercato del lavoro, alla piaga della disoccupazione giovanile, alle responsabilità della politica e dei partiti
ROMA - Preoccupato e teso il Primo maggio che è andato in scena in tutta Italia e che ha riproposto uno dopo l'altro i temi dell'agenda politica: dalla riforma del mercato del lavoro, alla piaga della disoccupazione giovanile, alle responsabilità della politica e dei partiti. Nessuna riflessione di maniera, da giorno di festa, ma questioni aperte e dolorose. Lo sa bene il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano che al Quirinale ha ospitato il premier Mario Monti e diversi ministri - in primis Elsa Fornero che non ha perso l'occasione per difendere la sua riforma - e che ha ricordato «il presente duro che l'Italia sta vivendo», i «tempi difficili e di crisi» senza però cedere al pessimismo. Servono, infatti, «fiducia» e determinazione per il Capo dello Stato, rigore assoluto nel perseguire il pareggio di bilancio «ora prescritto e regolato dalla Costituzione» e impegno per la crescita e soprattutto per dare occupazione ai giovani.
Lavoro ai giovani - Per Napolitano «non c'è alternativa al proseguire con intatta determinazione nell'impegno per il pareggio di bilancio e per un deciso, sistematico abbattimento del debito accumulato nei decenni trascorsi» e «non c'è alternativa all'attuazione di riforme strutturali». Come quella del lavoro per la quale il presidente ha auspicato «la sollecita definizione» invitando «le forze politiche che sorreggono il governo Monti a dare nuova prova» di responsabilità. Insomma - è il ragionamento di Napolitano - non sono ammissibili «arroccamenti» sulle conquiste del passato.
La «compensazione» di Alfano - Non sono mancati un paio di messaggi per il governo a risolvere la questione degli esodati e i «clamorosi» ritardi dei pagamenti delle pubbliche amministrazioni alle imprese. Pomo della discordia, quest'ultimo, tra il governo Monti e il Pdl che, con il segretario Angelino Alfano, ha proposto una «compensazione» per gli imprenditori che sono al tempo stesso debitori e creditori dello Stato.
Fornero: Primo maggio non bello - Da parte sua il ministro Fornero, che ha parlato di un «Primo maggio non bello perché manca il lavoro», ha rivendicato la volontà, ispiratrice della riforma, di «ridare centralità e dignità al lavoro». Un mercato del lavoro che funziona, ha detto, dà opportunità a tutti e non solo a chi ha un posto fisso.
Bersani e Fassino contestato - E, in mezzo a tanta difficoltà e crisi sociale, non potevano non esserci le contestazioni. Il segretario del Pd Pierluigi Bersani è stato contestato da un gruppo di sindacalisti dell'Usb (unione sindacalisti di base) mentre arrivava a Portella Della Ginestra. Un altro esponente democratico, il sindaco di Torino Piero Fassino, è stato il destinatario della protesta di alcuni giovani del centro sociale Askatasuna durante il corteo del Primo maggio nella capoluogo piemontese.
I sindacati, infine, dalla manifestazione targata Cgil, Cisl e Uil a Rieti hanno accusato il governo di aver fatto pagare il conto del risanamento dei conti pubblici a lavoratori e pensionati e di non aver fatto politiche per la crescita e per il lavoro. Una richiesta netta di «cambiare marcia» passando dal rigore alla crescita.
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