19 aprile 2024
Aggiornato 22:30
Nel 2011 si è bevuto più vino italiano all’estero che in Italia

Gli italiani hanno speso più per l'acqua che per il vino

E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata al Vinitaly dalla quale si evidenzia che, l’acquisto dell’acqua minerale con 19 euro al mese per famiglia è diventato la prima voce di spesa del bilancio familiare per le bevande e supera quella per il vino stimata pari a 18 euro nel 2011

ROMA - Gli italiani hanno speso di più per acquistare acqua che per il vino i cui consumi sono ulteriormente calati dell’uno per cento a meno di 40 litri per persona in un anno, praticamente dimezzati rispetto a 30 anni fa. E’ quanto emerge da una analisi della Coldiretti presentata al Vinitaly dalla quale si evidenzia che, l’acquisto dell’acqua minerale con 19 euro al mese per famiglia è diventato la prima voce di spesa del bilancio familiare per le bevande e supera quella per il vino stimata pari a 18 euro nel 2011. Il forte calo nelle quantità di vino acquistate dagli italiani è stato accompagnato - sottolinea la Coldiretti - da una maggiore attenzione alla qualità ma a far calare la domanda insieme al cambiamento delle abitudini alimentari soprattutto nelle ristorazione sono state le campagne antialcol e la stretta sulle norme del codice della strada che hanno colpito indiscriminatamente anche il vino che è in realtà caratterizzato da un più responsabile consumo abbinato ai pasti che non ha nulla a che fare con i binge drinking del fine settimana.

Il calo nei consumi nazionali - continua la Coldiretti - è evidenziato anche dal fatto che nel 2011 si è addirittura bevuto più vino italiano all’estero che in Italia: sono stati esportati 24 milioni di ettolitri di vino a fronte di una produzione nazionale stimata di poco superiore a 40 milioni di ettolitri, la più contenuta degli ultimi 60 anni. Il risultato è che sono aumentate del 42 per cento le importazioni di vino straniero in Italia che nel 2011 hanno raggiunto un quantitativo record di 2,45 milioni di ettolitri, il massimo storico. Più della metà del vino importato in Italia – spiega la Coldiretti - viene dalla Spagna che ha triplicato in un solo anno le sue spedizioni verso il belpaese e per oltre l’80 per cento si tratta - sottolinea la Coldiretti - di vino sfuso. Se l’arrivo è stato favorito quest’anno da una vendemmia scarsa con un produzione Made in Italy non può non preoccupare - sostiene la Coldiretti - il peso crescente conquistato dai produttori spagnoli. La Spagna ha una produzione di vino che ha superato i 39 milioni di ettolitri nel 2011 ed è quindi molto vicina a quella italiana e - continua la Coldiretti - sembra percorrere nel settore la stessa strada intrapresa nell’olio di cui sono diventati stabilmente il primo fornitore italiano.

Alla luce dell’aumento delle importazioni diviene importante per i consumatori leggere con più attenzione le etichette perché non è più così insolito trovare sugli scaffali dei supermercati bottiglie che contengono vini stranieri magari ottenuti anche con lo zuccheraggio. Anche per questo occorre continuare in sede comunitaria la battaglia per la trasparenza per obbligare come già avviene per l’indicazione di raccolta delle uve anche ad indicare l’aggiunta di zuccheri non provenienti dall’uva, il cui impiego peraltro con i cambiamenti climatici è sempre meno giustificato. Se il vino italiano è aumentato di un grado negli ultimi 30 anni anche per effetto dei cambiamenti climatici lo stesso effetto si è avuto anche negli altri Paesi comunitari, come confermano studi che hanno evidenziato addirittura l’emigrazione dello champagne in Gran Bretagna.

Il fatturato del settore vitivinicolo ha raggiunto nel 2011 gli 8,5 miliardi realizzati però soprattutto grazie alle esportazioni che sono state pari a 4,4 miliardi facendo diventare il vino la voce più importante dell’export agroalimentare nazionale, con un aumento del 12 per cento rispetto allo scorso anno, secondo una analisi della Coldiretti. Un risultato che - conclude la Coldiretti - è il frutto di 650mila ettari di vigneto, 250mila aziende vitivinicole e del lavoro di 1,2 milioni di persone che direttamente o indirettamente sono impegnate nel settore.