28 marzo 2024
Aggiornato 12:30
La crisi del debito in Europa

Rehn: Rammarico per la decisione incoerente di S&P

Il Commissario UE agli Affari Economici: «Non è una scelta casuale, mentre l'Eurozona sta prendendo misure decisive». E' praticamente un'accusa all'agenzia di rating americana di boicottare gli sforzi dei paesi membri e i primi risultati positivi per l'Eurozona

BRUXELLES - Il commissario Ue agli Affari economici e finanziari, Olli Rehn, ha espresso «rincrescimento», con una nota diffusa in tarda serata ieri a Bruxelles, per «la decisione incoerente» presa da Standard and Poor di degradare il rating di molti paesi dell'Eurozona. Un commento molto negativo e irrituale che il commissario ha rilasciato, dice, «dopo aver verificato» che il declassamento «questa volta non è casuale, in un momento in cui l'Eurozona sta intraprendendo azioni decisive su tutti i fronti della sua risposta alla crisi».
E' praticamente un'accusa all'agenzia di rating americana di boicottare gli sforzi dei paesi membri e i primi risultati positivi per l'Eurozona che finalmente stavano emergendo sui mercati giovedì e venerdì mattina, con la riduzione degli 'spread' e dei rendimenti dei titoli di Stato di Italia e Spagna.

Queste iniziative prese dagli Stati membri, prosegue il commissario riferendosi evidentemente anche alla manovra finanziaria del governo Monti, «stanno mettendo in campo il consolidamento dei bilanci e le riforme strutturali necessari nei nostri Stati membri, affrontando le fragilità del sistema bancario, rafforzando le nostre reti di protezione finanziarie e la nostra governance economica. Le recenti decisioni Ue, combinate con l'azione della Bce, hanno avuto un ruolo importante nella riduzione delle tensioni sui mercati dei titoli di Stato», osserva ancora Rehn.
«E' ora importante - continua il commissario - completare il più presto possibile la definizione del profilo e dei dettagli pratici dello European Stability Mechanism (Esm) (il nuovo Fondo salva Stati permanente, ndr), e, come deciso dai capi di Stato e di governo il 9 dicembre scorso, anticipare la sua entrata in vigore al luglio 2012».

Rehn ricorda poi che l'Esm, una sorta di Fmi europeo, «sarà dotato di un suo proprio capitale di base e sarà perciò meno vulnerabile a cambiamenti del rating dei suoi Stati membri», come le degradazioni decise ieri sera da Standard and Poor. Al contrario dell'Esm, l'attuale Fondo salva Stati è solo un veicolo finanziario senza capitali propri, che raccoglie prestiti sul mercato con interessi bassi grazie alle garanzie fornite dai paesi membri, ciò che finora gli aveva permesso di fregiarsi della tripla A. Il denaro raccolto viene poi riprestato ai paesi dell'Eurozona in crisi, che non riescono più a finanziarsi sui mercati a condizioni ragionevoli.

La Commissione, ricorda Rehn, «ha chiesto ripetutamente un rafforzamento della nostra rete di protezione finanziaria (ovvero dell'Efsf, ndr), sia allargandone il campo d'applicazione, com'è stato convenuto l'anno scorso, sia aumentandone la 'potenza di fuoco'. A marzo, conclude Rehn, «sarà riconsiderata l'adeguatezza dell'attuale tetto complessivo di 500 miliardi per l'Efsf e l'Esm», le cui attività si sovrapporranno per un certo periodo, prima che resti in piedi solo l'Esm.