16 aprile 2024
Aggiornato 16:30
La Cancelliera al congresso della CDU a Lipsia

Crisi: Merkel, è il momento più difficile dalla Seconda Guerra Mondiale

«L'Euro è il simbolo di mezzo secolo di pace, se fallisce, fallisce l'Europa». Bundesbank: «I rendimenti dei BTP italiani non sono una questione così enorme. La crisi fiducia dell'Italia va risolta dal Governo »

LIPSIA - Questo è forse il momento «più difficile dalla Seconda guerra mondiale»: è quanto ha affermato la cancelliera Angela Merkel, nel corso del suo intervento al congresso del partito, la Cdu, in corso a Lipsia, nell'est della Germania, riferendosi alla crisi dell'eurozona.
«L'Europa vive uno dei momenti più difficili dalla Seconda guerra mondiale, forse il suo momento più difficile», ha avvertito la leader tedesca dalla città dell'ex Ddr.
«Ogni generazione ha la sua sfida politica», ha continuato Merkel, ricordando che la generazione del cancelliere del dopo-guerra, Konrad Adenauer, ha costruito l'Europa, quella di Helmut Kohl l'Unità tedesca ed europea. La generazione di oggi - ha dichiarato Merkel davanti a una platea di un migliaio di delegati cristiano-democratici - è di fronte a una prova storica: «Si tratta di mostrare che l'Europa può arrivare a una svolta», risolvendo la crisi finanziaria.

«E' arrivato il momento per una svolta verso una nuova Europa», ha insistito la cancelliera, secondo la quale «se l'euro fallisce, l'Europa fallisce»: «L'euro è molto di più di una moneta, è il simbolo di mezzo secolo di pace, di libertà e di benessere sociale», ha spiegato la presidente del partito in carica da 11 anni.
Di fronte ai mal di pancia di alcuni tedeschi (e compagni di partito) per le politiche di bilancio lassiste di certi partner europei, Frau Merkel ha ribadito: «Se l'Europa va male, la Germania va male». «Abbiamo bisogno dell'Europa, perchè la Germania vada bene», ha detto, sottolineando che nove milioni di lavoratori tedeschi dipendono direttamente dalle esportazioni nei paesi della zona euro.
Slogan del congresso dell'Unione cristiano democratica, che durerà fino a domani, è Fuer Europa, fuer Deutschland, e cioè «Per l'Europa, per la Germania».

Bundesbank: I rendimenti dei BTP non sono una questione così enorme - No secco dalla Banca centrale tedesca a un rafforzamento degli aiuti da parte della Bce ai titoli di Stato dei paesi dell'area euro sotto tensione, tra cui l'Italia. E in una intervista al Financial Times il governatore dell'influente istituzione teutonica, Jens Weidmann mette in guardia dal trarre «conclusioni affrettate» sulle conseguenze che le impennate dei rendimenti dei Btp hanno sul Belpaese.
«Certamente questi livelli non sono sostenibili sul lungo periodo, in assenza di disciplina di bilancio e se la crescita economica resta debole. Ma sul breve termine - ha detto - non penso che siano una questione così rilevante».
Secondo il banchiere centrale tedesco, 43enne, che come tutti i governatori di banche centrali dell'area euro siede nel direttorio della Bce, l'Italia soffre di «una acuta crisi di fiducia» ed è una questione che «solo il governo italiano può risolvere attuando quel che è stato annunciato. L'Italia è molto diversa dalla Grecia sotto numerosi aspetti e sono fiducioso che sarà in grado di onorare i suoi impegni».
In ogni caso l'esponente tedesco prende una posizione analoga a quelle che durante il fine settimana si sono viste da diversi altre voci della Bce: vengono respinte le pressioni affinché l'istituzione aumenti le sue manovre di sostegno ai titoli di Stato dei paesi dell'area euro sotto tensione. La Bce non deve quindi diventare «un prestatore di ultima istanza», anche perché secondo Weidmann questo le viene espressamente vietato dai trattati europei. «Abbiamo un mandato», che è quello di garantire la stabilità dei prezzi «e ci atteniamo a a quel mandato».
Il banchiere centrale tedesco ribadisce che fin dall'avvio il programma di acquisti di titoli di Stato era concepito come limitato e temporaneo, e diretto esclusivamente a garantire la corretta trasmissione delle linee di politica monetaria, che possono essere compromesse dalla tensioni dei mercati. Nei giorni scorsi si era ipotizzato che la Bce fosse intervenuta a sostegno dei Btp in concomitanza del superamento di alcune soglie critiche sui rendimenti, come il 6,7 per ceno e il 7 per cento. Ipotesi che Weidmann indirettamente respinge. «Non è certamente compatibile con il nostro mandato» stabilire un rendimento limite sui bond di un paese. «Finiremmo per garantire un costo di rifinanziamento - ha detto - che non si potrebbe sostenere non essere un rifinanziamento monetario» cioè della stessa Bce.