La Fiat alla Consob: Impegni confermati ma nessun dettaglio
L'azienda comunica al mercato gli elementi essenziali, fornendo indicazioni circa i target finanziari complessivi
ROMA - Fiat conferma gli «impegni assunti» con Fabbrica Italia su investimenti e prodotti, ma non è «in condizione di fornire informazioni circa il proprio piano finanziario a un livello di dettaglio tale da consentire un riscontro nei termini richiesti da Consob». E' quanto sottolinea la Fiat in merito alla richiesta di chiarimenti avanzata dalla'autorità di vigilanza della Borsa il 20 ottobre.
Il Lingotto spiega che «Fiat elabora piani strategici pluriennali per indirizzare le proprie attività nel loro insieme e in tutto il mondo e ne comunica al mercato gli elementi essenziali, fornendo indicazioni circa i target finanziari complessivi che si propone di raggiungere nel medio periodo. Variazioni significative dei target costituiscono informazioni price sensitive, che Fiat comunica tempestivamente al mercato, in adempimento degli obblighi di legge».
Il progetto Fabbrica Italia «non è mai stato un piano finanziario - aggiunge - ma l'espressione di un indirizzo strategico che Fiat intende seguire e ha il significato e lo scopo di esprimere l'impegno di Fiat a risolvere le problematiche che interessano i suoi siti industriali italiani e contribuire allo sviluppo delle potenzialità industriali del Paese. Fiat ha sempre indicato con estrema chiarezza che sono condizioni imprescindibili per il raggiungimento di tale risultato, il concorso di tutte le componenti sociali, sindacati ed istituzioni, nell'assicurare la governabilità dei siti produttivi e l'attuazione degli accordi che garantiscono adeguata flessibilità operativa».
Fiat, come ogni suo concorrente, «riesamina continuamente i propri piani e ha la necessità di poterli adeguare alle condizioni del mercato - prosegue - per replicare alle azioni e posizioni adottate dagli altri produttori ed ai più vari fattori che possono influenzare e condizionare la loro attuazione e ed il loro successo finale. Le assunzioni su cui si basano i piani di Fiat sono di natura generale e non hanno un livello di dettaglio tale da consentire, attraverso la verifica del grado di attuazione di uno specifico target, il riscontro continuo e sistematico del grado di avanzamento di Fabbrica Italia».
Utile netto primi 9 mesi sale a 1,386 miliardi - L'utile netto dei primi nove mesi per Fiat in crescita, pari a 1,386 miliardi di euro contro i 69 milioni dei primi nove mesi del 2010. Escludendo l'effetto Chrysler, le componenti atipiche e la valutazione a valori di mercato di due equity swap correlati ai piani di stock option di Fiat, l'utile netto l'utile netto è stato «sostanzialmente in linea con i 68 milioni di euro» dell'analogo periodo del 2010». I ricavi del gruppo nei primi nove mesi del 2011 sono stati pari a 39,9 miliardi di euro. Escludendo Chrysler i ricavi sono stati pari a 20 mld in aumento del 6%.
L'utile operativo è stato di 2,628 mld. Gli investimenti sono ammontati a 3,1 mld, di cui 2,1 miliardi di euro relativi a Fiat esclusa Chrysler, con un aumento del 16,4% rispetto ai primi nove mesi del 2010.
Utile netto III trimestre a 112 milioni di euro - L'utile netto del gruppo Fiat nel terzo trimestre è stato pari a 112 milioni di euro, influenzato da oneri atipici netti di 57 milioni e dall'effetto negativo per 138 milioni derivante dalla valutazione a valori di mercato di due equity swap correlati a piani di stock option di Fiat. Lo riferisce una nota, sottolineando che escludendo queste due componenti negative l'utile netto sarebbe pari a circa 300 milioni.
I ricavi del terzo trimestre sono stati pari a 17,6 mld contro gli 8,444 mld del 2010 e «riflettono per la prima volta il contributo di Chrysler - spiega una nota - per l'intero trimestre. Esclusa Chrysler i ricavi sono cresciuti di oltre il 4% rispetto al terzo trimestre del 2010».
L'indebitamento è pari a 5,8 mld contro i 3,4 mld del secondo trimestre per effetto degli esborsi per l'acquisizione delle quote Chrysler detenute dal Dipartimento del Tesoro Usa e dal Canada. La liquidità è aumentata a 20,8 mld comprendendo 2,7 mld di euro di linee di credito non utilizzate.
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