19 aprile 2024
Aggiornato 02:00
Gme: «Il prezzo dell'energia in Borsa sale del 5,6%»

Rinnovabili, nel 2010 hanno raggiunto il 22,8% del fabbisogno energetico

GSE: «Raddoppiano gli impianti con energia alternativa, sono 160mila». Saglia: «Per le infrastrutture energetiche regole europee semplificate». Verso una proroga triennale delle detrazioni al 55% risparmio energia

ROMA - Nel 2010 la quota delle fonti rinnovabili ha raggiunto il 22,8% della richiesta nazionale. Tale quota, per soddisfare gli obiettivi europei al 2020, dovrà crescere fino a raggiungere il 27% circa. E' quanto emerge dalla sezione 'Statistiche sulle fonti rinnovabili', del Bilancio elettrico italiano del 2010 pubblicato sul sito del Gse, Gestore dei servizi energetici. Le fonti convenzionali continuano a fornire il contributo principale al soddisfacimento della richiesta elettrica (63,8%), seguite dalle rinnovabili (22,8%) e dalle importazioni (13,4%).
Il documento, inoltre, contiene il dato nazionale e regionale di numerosità, potenza e produzione degli impianti alimentati da fonti rinnovabili. Nel 2010 in Italia gli impianti alimentati da fonti rinnovabili hanno raggiunto circa 160.000 unità, più del doppio dello scorso anno, con una potenza complessiva di 30,3 GW (+14,2% rispetto al 2009) e una produzione lorda di 77,0 TWh (+11,1%).

Saglia: «Per le infrastrutture energetiche regole europee semplificate» - «Le infrastrutture sono fondamentali per lo sviluppo del mercato energetico. L'Italia ha proposto di introdurre una serie di regole europee semplificate per le reti così che si possano armonizzare i mercati regionali e il mercato europeo. I meccanismi di pianificazione del terzo pacchetto di liberalizzazione dei mercati energetici e il coordinamento dei regolatori nazionali potrebbero essere delle valide strategie». È quanto dichiara Stefano Saglia, sottosegretario al Ministero dello Sviluppo Economico con delega all'energia, nel corso della seconda giornata del Consiglio Informale dell'Energia che si è tenuto a Wroclaw in Polonia e dove si è discusso di in particolare di infrastrutture energetiche.
«C'è bisogno - continua Saglia - di una politica di attenzione alle industrie energivore per le quali bisogna individuare nuove misure di compensazione. Con le nuove regole sulle emissioni di Co2 esse rischiano di avere maggiori costi di produzione e quindi un aumento dei prezzi con l'aggravamento della perdita di competitività».
Per il sottosegretario «serve un coordinamento delle politiche energetiche nazionali visto che le singole decisioni hanno conseguenze sul resto degli Stati membri. L'Italia, infatti, sta lavorando a una strategia che tenga presente il contesto europeo di riferimento».
Sulle questioni legate alle strategie di politica estera europea nel settore energetico che sono state oggetto della prima giornata il sottosegretario ha esposto la posizione italiana affermando che «potrebbe essere utile un coordinamento e uno scambio di informazioni sugli accordi conclusi per assicurare, così come richiesto dal Consiglio Europeo, la congruenza e la coerenza delle relazioni esterne dell'Unione Europea».

Verso una proroga triennale delle detrazioni al 55% risparmio energia - Nel dl sviluppo allo studio del governo dovrebbe rientrare la proroga triennale delle detrazioni fiscali del 55% sulle riqualificazioni energetiche degli edifici, attualmente in vigore solo fino al 31 dicembre di quest'anno.
L'intervento rientra nel pacchetto di proposte del ministero dello Sviluppo economico per il rilancio della crescita. Il ministero, secondo quanto si legge in un documento in possesso di TMNews, propone anche la reintroduzione delle detrazioni per elettrodomestici ad alta efficienza e pompe di calore, ma con livelli inferiori di detrazione.
Per alcuni interventi come finestre e piccole caldaie la riduzione sarà fin da subito al 41% della percentuale di detrazione.

Gme: «Il prezzo dell'energia in Borsa sale del 5,6%» - Nella settimana da lunedì 12 a domenica 18 settembre il prezzo medio di acquisto dell'energia nella borsa elettrica (PUN) è stato pari a 85,90 euro/MWh, in aumento di 4,59 euro/MWh (+5,6%) rispetto alla settimana precedente. In crescita anche i volumi di energia elettrica scambiati in borsa, pari 3,6 milioni di MWh (+3,5%), e la liquidità media del mercato che ha guadagnato 0,5 punti percentuali attestandosi a 57,9%. Lo rende noto il Gme, il Gestore dei mercati energetici.
Il prezzo medio di vendita, in aumento in tutte le zone, è variato tra 81,89 euro/MWh del Nord e 121,41 euro/MWh della Sicilia.