20 aprile 2024
Aggiornato 04:00
La crisi del debito sovrano

Borse giù, paura per la Grecia. Merkel: «Su Euro in gioco l'Europa»

FMI e Bundesbank ipotizzano il default. Ma c'è il soccorso dei Brics. Intanto anche oltre Atlantico i problemi non mancano. Negli Usa la ripresa si sta indebolendo e bisogna risanare il crescente deficit di bilancio federale

ROMA - Tornano a cadere le Borse mondiali in avvio di settimana, mentre la crisi debitoria in Europa si trascina e anzi rischia di intensificarsi con la crescente prospettiva di una insolvenza sui pagamenti della Grecia. Questo dopo che venerdì scorso, al vertice economico di Wroclaw, in Polonia, i paesi dell'area euro hanno deciso di rinviare ad ottobre le decisioni sul se versare una nuova tranche di aiuti al paese, mentre Atene è in evidente ritardo sulle contropartite prese verso risanamento dei conti e riforme economiche. A Milano il Ftse-Mib ha lasciato sul terreno un 3,17 per cento, Londra ha chiuso al meno 2,03 per cento, Parigi al meno 3 per cento, Francoforte ha accusato un meno 2,83 per cento. Nel tardo pomeriggio l'euro modera in parte i ribassi ripartiti stamattina, attestandosi a 1,3639 dollari.

In un quadro che vede tornare toni allarmistici, durante un incontro con gli esponenti del suo partito, il Cdu, la cancelliera tedesca Angela Merkel ha rivendicato le sue valutazioni sulla serietà della situazione, riaffermando - secondo quanto riporta l'agenzia tedesca Dapd - che se l'euro dovesse spaccarsi sarà tutta l'Europa a cadere. Ma intanto la sua coalizione di governo sembra sempre più in bilico, dopo l'ennesima batosta ad una elezione regionale. Al tempo stesso però si registrano nuovi segnali sulla prospettiva di una possibile manovra di soccorso delle grandi economia emergenti a favore dell'Europa: diversi tra Brasile, Russia, India, Cincia e Sud Africa, i «Brics», hanno iniziato ad acquistare i bond emessi dal fondo europeo salva Stati. Lo ha rivelato lo stesso direttore del lo Efsf, Cristophe Frankel.

La Francia, seconda economia dell'area euro, ha preso posizione per cercare di rassicurare. Un default della Grecia «non è una ipotesi allo studio, non fa parte delle nostre strategie», ha affermato il ministro delle finanze Francois Baroin. La stessa Merkel si è detta fiduciosa sull'esito di un cruciale voto del Bundestag, la camera Bassa, che il prossimo 29 settembre sarà chiamata a ratificare gli accordi tra paesi europei sul rafforzamento dei meccanismi anti crisi. Intanto però la quinta sconfitta da inizio anno dei liberaldemocratici a una elezione regionale, gli alleanti del Cdu, potrebbe rendere più incerta la tenuta del governo.

Intanto è lo stesso rappresentante del Fondo monetario internazionale in Grecia, Bod Traa a parlare apertamente di rischi di default, con quello che potrebbe anche essere un pressing per favorire il passaggio di misure impopolari in Grecia. Ma non è il solo a parlare di insolvenza, tornado in Germania il numero uno della Banca centrale, Jens Weidmann ha avvertito che sarebbe un evento consequenziale al fatto che Atene non onora gli impegni presi. La Grecia contava di ricevere entro fine settembre altri 8 miliardi di euro da Ue e Fmi. Ora dovrà attendere il verdetto dei tecnici di commissione europea, Bce e Fmi, con i quali oggi il ministro delle finanze Evangelos Venizelos ha svolto un giro di consultazioni telefoniche.

La Borsa di Atene ha chiuso in calo, ma con un meno 1,70 per cento è stata una flessione meno accentuata di quelle dei maggiori mercati europei. Le tensioni sulla Grecia si sono però fatte nuovamente sentire anche sui titoli di Stato dell'Italia, con aumenti dei rendimenti che sono una cartina di tornasole delle percezioni di rischio. Sul Btp a 10 anni stamattina i tassi retributivi sono arrivati a superare il 5,60 per cento, e il loro differenziale (spread) rispetto ai Bund è risalito fino a 385 punti base. In serata si è moderato a 3,79 punti. Materialmente significa che per trovare acquirenti, le emissioni italiane già in circolazione devono offrire 3,79 punti percentuali di rendimento in più rispetto alle tedesche. Su questi titoli i tassi retributivi sono in un rapporto inversamente proporzionale con il prezzo.

Intanto anche oltre Atlantico i problemi non mancano. Negli Usa la ripresa si sta indebolendo e bisogna risanare il crescente deficit di bilancio federale: il presidente Barcak Obama ha presentato oggi un piano di tagli da 4.000 miliardi di dollari su 10 anni, più consistente del previsto e su cui ha insistito che 'i ricchi' saranno chiamati a fare la loro parte. A metà seduta a Wall Street i cali proseguono, moderandosi lievemente: il Dow Jones cede l'1,71 per cento, il Nasdaq cala dell'1 per cento. Torna a calare anche il petrolio, a New York il barile si attesta sotto 86 dollari, a Londra il Brent scende sotto i 110 dollari, e stavolta i cali non risparmiano l'oro: l'oncia scivola a 1.787 dollari.