Il Governo pensa al Tfr in busta paga
Corriere della Sera: «Uno stipendio in più all'anno per rilanciare i consumi». Centrella (UGL): «No alle modifiche al Tfr»
MILANO - «Il governo lavora all'inserimento della liquidazione (il Tfr, trattamento di fine rapporto) direttamente nella busta paga dei lavoratori». E' quanto si legge sul Corriere della Sera. «L'ipotesi al momento più accreditata - spiega l'articolo - è quella di «spalmare» il Tfr mese per mese. A conti fatti, sarebbe come avere uno stipendio in più ogni anno. L'obiettivo è stimolare i consumi». L'ipotesi è ancora «allo studio».
All'indomani dall'approvazione della manovra Umberto Bossi aveva detto: «Tremonti ha trovato un'idea sul Tfr per il raddoppio dello stipendio dei lavoratori». Parlando ad un comizio a Ponte di Legno a Ferragosto, Bossi si è rivolto ai militanti: «Avrete una bella sorpresa fra poco, una grande sorpresa. Il Tfr in busta paga, prima che scompaia anche quello. Come avere due stipendi. L'ha pensato Tremonti, che quando va a casa sua c'è sua moglie che gli rompe le balle: Guarda che qui c'è la gente sempre più povera. Devi fare qualcosa. E qualcosa ha trovato».
Centrella (UGL): «No alle modifiche al Tfr» - «Non può essere una manovra economica a decidere come e se spalmare il Tfr, che rappresenta un patrimonio per ogni lavoratore e come tale deve essere preservato con l'attuale sistema di erogazione». Lo dichiara Giovanni Centrella, segretario generale dell'Ugl, in merito alle indiscrezioni relative a modifiche alla manovra economica che riguarderebbero il trattamento fine rapporto.
«Siamo assolutamente contrari all'inserimento del Tfr nelle buste paga - dice Centrella - un'azione governativa che impoverisce ancor di più i ceti popolari, che fanno già fatica ad arrivare alla fine del mese. Per queste categorie cambierà poco se si accumula una cifra irrisoria su ogni stipendio, invece sarebbe il caso che il Tfr continuasse a essere erogato alla fine della carriera lavorativa, in modo da sortire gli effetti del tesoretto a cui ogni lavoratore attinge per rispondere ai fabbisogni familiari. L'Ugl ritiene che debbano essere i lavoratori stessi a deciderne eventuali modifiche».
Per il sindacalista «questa scelta metterebbe in crisi anche la previdenza complementare che fa della quota del Tfr la propria spina dorsale. Pertanto - continua Centrella - riteniamo inutile e controproducente cercare ulteriori balzelli che produrrebbero solo danni ai lavoratori. Invece, sarebbe il caso di eliminare dalla manovra finanziaria qualsiasi forma di penalizzazione per i lavoratori del pubblico impiego - conclude il segretario generale dell'Ugl - condizione a cui ci opporremo con fermezza e decisione. Mentre sui patrimoni dei ceti alti il dl dovrebbe essere più incisivo. E' ingiustificabile che a fare le spese di una manovra lacrime e sangue siano i redditi medio bassi e non coloro che posseggono patrimoni facoltosi».