Un nuovo successo per l’agroalimentare «made in Italy»
La Cia esprime soddisfazione per la caduta di tutti gli ostacoli al riconoscimento da parte di Pechino del Grana Padano e del Prosciutto di Parma
ROMA - La caduta di tutti gli ostacoli al riconoscimento da parte della Cina di due prodotti di alta qualità italiani, come il Grana Padano e il Prosciutto di Parma, viene accolta con soddisfazione dalla Cia-Confederazione italiana agricoltori, che commenta in maniera positiva l’annuncio fatto oggi a Shanghai dal commissario europeo all’Agricoltura Dacian Ciolos.
Si tratta -afferma la Cia- di un’ulteriore importante vittoria della qualità dell’agroalimentare «made in Italy» che continua a registrare significativi successi sui mercati internazionali, visto che il valore delle esportazioni nel 2010 si è avvicinato ai 30 miliardi di euro.
AGROPIRATERIA: BUSINESS DA 60 MLD - La Cia auspica, quindi, che l’affermazione all’estero di prodotti di grande rilevanza per il nostro agroalimentare, come il Grana Padano e il Prosciutto di Parma, possano portare reali riscontri anche ai nostri agricoltori che stanno vivendo una situazione critica a causa degli alti costi di produzione e dei prezzi sui campi non remunerativi.
Ovviamente, questa «apertura» da parte della Cina non deve far abbassare la guardia nei confronti dell’agropirateria internazionale verso l’agroalimentare italiano, il più clonato nel mondo. Basti pensare - afferma la Cia - che attualmente le nostre produzioni a denominazione tipiche e di qualità, si trovano di fronte a un vero e proprio accerchiamento. Falsi e «tarocchi» che generano, ogni anno, un business da 60 miliardi di euro.
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