18 aprile 2024
Aggiornato 22:00
Ancora tante lacune

Rinnovabili, bisogna dare certezze agli agricoltori

Il presidente della Cia Giuseppe Politi scrive al ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani sul decreto legislativo. Servono chiarimenti soprattutto per quello che concerne il fotovoltaico e i terreni abbandonati

ROMA - «Il decreto legislativo sulle energie rinnovabili, approvato lo scorso 3 marzo dal Consiglio dei ministri, presenta aspetti condivisibili dal punto di vista degli interessi agricoli, ma anche lacune che devono essere rapidamente colmate al fine di consentire agli agricoltori di operare in un quadro di certezza normativa necessaria al proseguimento dell’attività». E’ quanto sostiene il presidente della Cia-Confederazione italiana agricoltori Giuseppe Politi in una lettera inviata al ministro dello Sviluppo economico Paolo Romani.

Politi pone l’accento soprattutto sul «decreto ministeriale» di cui al comma 10 dell’art. 25 del decreto legislativo per quanto riguarda le incentivazioni agli impianti di fotovoltaico e la necessità di una rigorosa precisazione in ordine al comma 5 dell’art. 10 sui terreni abbandonati.
Comunque, per quanto concerne il decreto ministeriale, «due -scrive il presidente della Cia- sono gli aspetti che vanno attentamente considerati. Il primo riguarda i tempi di approvazione, al fine di colmare un vuoto dispositivo a proposito del quadro degli incentivi che scatterà successivamente al primo giugno 2011. Sarà così possibile stabilire, per tempo, le condizioni agevolative alle quali le imprese potranno fare riferimento per operare investimenti e scelte aziendali. Il secondo, invece, riguarda il merito delle agevolazioni, in particolare per coloro che hanno investito nel fotovoltaico in base al III conto energia ( decreto ministero Sviluppo economico del 6 agosto 2010 ), ‘… per i quali l’allacciamento alla rete elettrica non abbia luogo entro il 31 maggio 2011’( comma 9 )».
«Si tratta -afferma Politi- di garantire per questi imprenditori che hanno compiuto investimenti sulla base di un quadro incentivante definito -ma che non hanno ottenuto, alla data del 31 maggio 2011, l’allacciamento alla rete elettrica molto spesso senza averne responsabilità- il mantenimento di quelle condizioni agevolative. Tutto ciò in base ad una semplice ragione di equità di condizioni fra chi ha avuto l’allacciamento e chi ancora lo attende».

Relativamente ai terreni abbandonati, «occorre -scrive il presidente della Cia- una rigorosa specificazione della natura dell’abbandono per cinque anni dall’attività produttiva e della relativa documentazione probatoria. Sarà così possibile evitare speculazioni, sempre possibili in questo campo, che potrebbero generarsi da una insufficiente chiarezza della norma e soprattutto da una inadeguata documentazione presentata a dimostrazione del fenomeno di abbandono».
Politi ribadisce, inoltre, che riguardo alla predisposizione dell’insieme dei provvedimenti applicativi ed in considerazione della complessità ed ampiezza della materia, «la Cia si rende pienamente disponibile al confronto con gli uffici del ministero dello Sviluppo economico nelle forme e tempi che saranno ritenuti più idonei».
«Tutto ciò -conclude il presidente della Cia- per garantire una decretazione la più corrispondente alle necessità delle imprese agricole nella prospettiva di favorire speditamente l’allargamento delle opportunità per le energie rinnovabili nel nostro Paese».