Pomodoro, il prezzo non è remunerativo
Nel commentare l’accordo sul contratto tra produttori e Aiipa per il Nord Italia, la Cia rileva apprezzamento per la coesione delle Organizzazioni dei produttori
ROMA - Il prezzo fissato, anche grazie alla coesione delle Organizzazioni dei produttori di pomodoro, rappresenta un passo avanti, ma non è certo remunerativo. Così la Cia-Confederazione italiana agricoltori commenta la conclusione della trattativa sul rinnovo del contratto per la campagna di commercializzazione 2011 tra produttori e Aiipa (associazione degli industriali) per il Nord Italia.
Il prezzo fissato (da 70 a 88 euro a tonnellata), infatti, non copre i pesanti costi di produzione del pomodoro. Non solo: sulla trattativa hanno inciso anche i ritardi di efficienza di una parte dell’industria di trasformazione che ha condizionato l’intero negoziato. A ciò si deve aggiungere che il prossimo anno gli agricoltori non usufruiranno più del premio accoppiato previsto dalla Pac.
COLLABORAZIONE DI FILIERA - La Cia auspica, quindi, che questi ritardi possano essere recuperati da qui alla prossima campagna anche grazie alla collaborazione di filiera.
Ed è per questo motivo che la Cia ribadisce l’esigenza di una fase di lavoro unitario che deve accompagnare la discussione sulla riforma della Pac dal 2013 idonea a sostenere il comparto nella competizione internazionale.
Nella formazione del prezzo -rileva la Cia- è stato introdotto un sistema premiante per valorizzare la qualità del prodotto e incentivare la raccolta di pomodori con un basso contenuto di difetti. Il prodotto consegnato con una percentuale di difetti inferiore al 3 per cento potrà avere un incremento di prezzo fino a un massimo del 3 per cento del prezzo base.
E’, infine, stato aumentato -conclude la Cia- il rimborso del trasporto per gli agricoltori che consegnano il prodotto con mezzi propri.
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