26 aprile 2024
Aggiornato 19:00
Agricoltura | Maltempo

A rischio un quinto dei pescheti italiani

L'estate in tilt è già costata oltre il miliardo di euro per colpa del maltempo che ha sconvolto soprattutto le attività turistiche e quelle agricole ma ha anche cambiato le abitudini stagionali degli italiani, con un calo preoccupante dei consumi di frutta estiva.

ROMA - L'estate in tilt è già costata oltre il miliardo di euro per colpa del maltempo che ha sconvolto soprattutto le attività turistiche e quelle agricole ma ha anche cambiato le abitudini stagionali degli italiani, con un calo preoccupante dei consumi di frutta estiva. E' quanto ha stimato la Coldiretti. L'inizio dell'estate è stato segnato dal 34% di pioggia in più caduta nel mese di giugno con punte di oltre il +200% in alcune zone anche turistiche del centrosud e del tempo incerto della prima meta di luglio. Il risultato è che, anche considerando le partenze del weekend, non più di 6 milioni di italiani - ha stimato la Coldiretti - sono già partiti per le vacanze per concedersi almeno un giorno di vacanza fuori casa. Il maltempo che ha lasciato a casa gli italiani ha anche colpito l'occupazione stagionale e a rischio ci sono dieci milioni di giornate di lavoro nella raccolta dell'ortofrutta estiva ma anche tutti quei profili professionali utilizzati dalle strutture turistiche come cuochi, camerieri, addetti all'accoglienza, all'informazione, ai servizi e all'assistenza alla clientela.

Il crollo dei consumi della frutta estiva rischia di far scomparire un quinto dei pescheti italiani, con gravi effetti sull'occupazione sull'ambiente e sulle imprese, secondo la Coldiretti impegnata in una mobilitazione che ha visto la distribuzione di decine di quintali di pesche e nettarine con gli agricoltori all'arrembaggio delle spiagge di Riccione sui velieri.

Ma la situazione è difficile anche per altre coltivazioni come le susine i meloni ed i cocomeri con quotazioni che - ha denunciato la Coldiretti - non consentono neanche di coprire i costi di raccolta. Nelle campagne è deflazione con i prezzi corrisposti alle aziende agricole crollati, fino al 50%, mentre quelli al dettaglio continuano ad essere sostenuti. Una spirale che non agevola i consumi, oltre ad essere inaccettabile per i produttori di pesche e nettarine, cui la frutta viene pagata pochi centesimi. La superficie attuale a pesche e nettarine in Italia è inferiore ai 70.000 ettari, suddivisi principalmente tra Emilia-Romagna, Campania, Piemonte, Sicilia, Puglia, Veneto, Basilicata, Calabria e Lazio. L'effetto di questa crisi, denuncia la Coldiretti, potrebbe essere quello di perdere altri 15.000 ettari sulla base di esperienze del passato.