28 agosto 2025
Aggiornato 06:00
Sciopero Cgil

Un milione in piazza contro la manovra

In 70mila a Milano, 100mila in Piazza Maggiore a Bologna. Tanti lavoratori anche a Roma e a Napoli. Bersani attacca la manovra

ROMA - Lo sciopero della Cgil contro la manovra «iniqua» varata dal Governo «sta riuscendo». Lo riferiscono fonti di corso d'Italia, che parlano di circa «un milione di presenze» alle manifestazioni in svolgimento in numerose piazze italiane. Lo sciopero è di almeno 4 ore nel settore privato (le tute blu della Fiom incrociano le braccia per 8 ore e in almeno 15 regioni la durata dello sciopero è superiore alle 4 ore) e di 8 ore nel pubblico impiego e nella scuola. Disagi si stanno verificando nel servizio dei trasporti pubblici.

I CORTEI - A Bologna, dove il comizio viene concluso dal vicesegretario Susanna Camusso, in piazza ci sono 100mila persone; a Napoli circa 60mila e il corteo è guidato da una rappresentanza di lavoratori della Fiat di Pomigliano d'Arco; a Roma sono in 40mila; a Milano in 70mila; a Cagliari in 10mila; e all'Aquila, dove è presente il leader della Fiom, Maurizio Landini, ci sono 20mila persone in piazza.

CAMUSSO - Dal vicesegretario della Cgil, Susanna Camusso un veto pesante al governo dopo l'accordo separato raggiunto sullo stabilimento Fiat di Pomigliano: «Vorremmo che stessero zitti e non urlassero al trionfo» perché «se fosse stato per loro la produzione di questo paese sarebbe stata ridotta» e sarebbero stati cancellati i diritti dei lavoratori.
Dal palco di piazza Maggiore a Bologna, durante il comizio per lo sciopero indetto dalla Cgil oggi contro la manovra del governo, Camusso torna sull'accordo di Pomigliano: «Vorremmo un paese in cui il governo non fosse silenzioso e ininfluente di fronte alla più grande fabbrica di auto - spiega -. Vorremmo che il governo non fosse stato zitto di fronte ai tre piani della Fiat che noi abbiamo contrastato sino a quando la Fiat non ha fatto un piano che prevedeva la crescita della produzione nel nostro paese». «Vorremmo ricordare agli urlatori della modernità e delle svolte epocali - continua il vicesegretario - che se fosse stato per loro nel Mezzogiorno non ci sarebbero più stabilimenti della Fiat perché sono stati ininfluenti e silenziosi, perché non hanno saputo usare la politica industriale, perché hanno sempre pensato che lavoro e crescita non fosse un loro problema».
«Vorremmo - continua Camusso - che stessero zitti e non urlassero al trionfo quando si vogliono cancellare i diritti dei lavoratori. Un paese moderno non mette mai in alternativa il lavoro e i diritti; un paese moderno è un paese che pensa che il lavoro ha anche i diritti».

BERSANI - «Siamo ovunque si protesti contro una manovra sbagliata e ingiusta, l'abbiamo fatto con gli enti locali, con i poliziotti e con i lavoratori della scuola: notiamo che si allarga la percezione che così non va». È quanto ha affermato il segretario del Pd, Pier Luigi Bersani, in piazza del Duomo a Milano dove è in corso la manifestazione per lo sciopero generale indetto dalla Cgil. «Abbiamo fatto proposte concrete e voglio fare un esempio, il primo ministro inglese James Cameron a capo di un governo conservatore nella patria della finanza ha proposto di alzare l'aliquota sulla rendita finanziaria dal 18 al 25%, noi l'abbiamo al 12%: partiamo da lì e poi vediamo», ha continuato Bersani, concludendo «c'è un mese ancora davanti contiamo che qualcosa si possa cambiare».