28 agosto 2025
Aggiornato 00:30
La crisi del debito

Napolitano: più integrazione in zona Euro

L'appello del Presidente della Repubblica: «Alla speculazione ha risposto la solidarietà della UE, ma non basta»

ROMA - Di fronte alla crescita del debito pubblico, agli attacchi della speculazione e alla crisi di sfiducia dei mercati l'Europa ha dimostrato solidarietà e capacità d'intervento, ma non basta: secondo il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano servono più integrazione e strumenti più efficaci nella zona della moneta unica europea. Parlando al Quirinale in occasione dell'incontro con una delegazione del Cnel, il capo dello Stato ha ricordato la «fase che l'Italia e l'Europa stanno vivendo, in un contesto mondiale contrassegnato ancora dalle ricadute della crisi finanziaria ed economica insorta nel 2008 e dalle incertezze sullo sviluppo futuro».

MISURE SENZA PRECEDENTI - Le tensioni dei mercati finanziari conseguenti alla crisi greca hanno indotto, ha spiegato, «a porre l'accento - su scala europea - con forza e con drammaticità, come non mai - sulle questioni del consolidamento dei bilanci pubblici».
«Il brusco innalzamento, nel 2009, del debito degli Stati non solo europei (a partire anzi dagli Stati Uniti d'America), ha richiesto misure senza precedenti - ha sottolineato Napolitano - adottate dall'Unione europea a tutela della stabilità della zona Euro, contro attacchi speculativi e moti di sfiducia guidati da una percezione di fragilità della moneta unica e della stessa costruzione europea».
«A questi inquietanti fenomeni - ha aggiunto - si è opposta una prova della capacità d'intervento e della solidarietà delle istituzioni europee: una prova che dovrà poi essere seguita da altre, che vadano nel senso di una rinnovata volontà di più conseguente integrazione e di un effettivo rafforzamento dell'assetto e della strumentazione, finora gravemente carenti, della zona Euro».