29 marzo 2024
Aggiornato 07:30
La manovra

Si al confronto senza voti di fiducia

Il PD replica alla disponibilità del Governo: «Da noi mai un ok al condono, sì a convergenze con l'Udc su emendamenti»

ROMA - Il Pd rinvia al confronto parlamentare delle prossime settimane, prima al Senato e poi alla Camera, il giudizio sulla portata della «disponibilità ad aperture» a proposte dell'opposizione sulla manovra, assicurata dal ministro Giulio Tremonti e ieri rinnovata dal Premier Silvio Berlusconi, nel rispetto del saldo complessivo. Ma almeno due sono le precondizioni per discutere una manovra che a tutt'oggi il Pd definisce «inaccettabile»: il rifiuto ad avallare nuovi condoni edilizi, mini o maxi che siano e «che al contempo umiliano la moralità civile e danneggiano la finanza pubblica». E «impegno del Governo fin dall'inizio del confronto parlamentare a evitare comunque al ricorso al voto di fiducia nel corso dell'iter di conversione in legge da parte del Parlamento del decreto del Governo.

«NO ALLA FIDUCIA» - «Verificheremo in Parlamento - spiega a Sky Tg24 il responsabile Economia del partito di Bersani Stefano Fassina, commentando le aperture di Berlusconi sulla manovra- se davvero ci sono e di quale portata. Al momento quello che si sente dire è il ricorso al voto di fiducia che renderebbe in sè impossibile ogni tentativo di collaborazione costruttiva». Nè Fassina crede che la mano tesa di Berlusconi sia rivolta/raccolta dalla sola opposizione dell'Udc. «Il giudizio su una manovra inaccettabile - dice- accomuna oggi noi e Casini ed io confido e spero in convergenze parlamentari con l'Udc su proposte comuni per migliorare il testo».

LIBERTA' D'IMPRESA - Quanto alla proposta del ministro Tremonti di modifica della Costituzione economica per una maggiore libertà di impresa, «proporre ora una riforma dell'art. 41 della Costituzione - dice il responsabile Economia del Pd - appare abbastanza una presa in giro per chi fa impresa. Ci sono in Parlamento molte proposte non discusse e ferme che servono a favorire la libertà di impresa: mettiamoci a lavorare su queste leggi ordinarie che possono dare risultati immediati, piuttosto che mettersi a riformare la Costituzione...».